I cittadini sono spettatori passivi e inconsapevoli rispetto al sistema dei media (…) sono in gioco compatibilità e sostenibilità delle quali il sistema non riesce a farsi carico, con gravi danni nei processi di produzione dell’immaginario e dei conseguenti stili di vita e con un progressivo degrado del patrimonio culturale delle nostre comunità.
Ritenendo improbabile nell’immediato una radicale inversione di tendenza, crediamo sia utile e possibile procedere all’identificazione di momenti alternativi, di uscite di sicurezza, di aree protette, dove ricominciare a tessere la tela della particolarità e della consapevolezza. Dei luoghi d’eccellenza, delle esperienze pilota che possano rappresentare, per il futuro, dei punti di riferimento. Dei laboratori dove sperimentare nuove e diverse modalità di fruizione e di produzione dell’audiovisivo.
Giuseppe Bertolucci
Il cinema e l’audiovisivo in generale sono linguaggi universali: “un occhio aperto sul mondo” assai vicino al linguaggio e all’esperienza dei giovani. Per questo motivo l’audiovisivo rende al meglio le tematiche della partecipazione e della responsabilità delle nuove generazioni nella scoperta, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale a partire da quello locale. Un contributo fondamentale alla mission di AUCS: unire tradizioni e realtà vicine e lontane.
Il linguaggio audiovisivo
Ogni arte si esprime attraverso uno specifico materiale espressivo: la musica le note, la letteratura la scrittura. Per quanto riguarda il linguaggio audiovisivo le forme sono molteplici. Esso coincide con il linguaggio cinematografico, il quale è composto dalla colonna immagine (ogni singola scena, i volti, la posizione dei personaggi, le insegne all’interno del quadro) e dalla colonna audio (le parole dei personaggi, la musica e i rumori). Per questo motivo è un tipo di arte “totalizzante”, che racchiude in sé più materiali espressivi.
Il linguaggio audiovisivo rappresenta la più forte analogia tra espressione artistica e realtà. Esso è l’arte realista per eccellenza. Non a caso Joseph Bédier, noto filologo francese, definì il cinema “un occhio aperto sul mondo”.
Quello dell’audiovisivo è un linguaggio caratterizzato da determinati segni e simboli, che posti come li percepiamo ci offrono una realtà già organizzata, costruita, che comunica di per sè un pensiero. Lo scopo sarà quindi di decostruire il materiale audiovisivo, ponendoci alcune domande: cosa è rappresentato nell’immagine, a chi è rivolta, qual è il contesto e quali sono le tecniche usate. Infine interpretare l’immagine in movimento, i segni, i simboli, e ciò che essa esprime.
Il ricavato dell’operazione consisterà in un’analisi non solo cinematografica, ma anche storica, sociologica e antropologica.
A tal proposito è opportuno porre l’accento sulla valenza educativa del linguaggio audiovisivo. Esso è in grado di affiancare o sostituire il testo scritto, tanto più che la scrittura è spesso parte integrante dell’opera cinematografica. Inoltre tale materiale è il mezzo proprio dei media, attraverso il quale essi influenzano e talvolta impongono il loro pensiero, già prestabilito. In tal caso l’analisi degli audiovisivi permette di interpretare i media, di decifrare la realtà stessa, e consente quindi la creazione di una vera e propria coscienza critica.
Archiviazione e valorizzazione del patrimonio audiovisivo
Il percorso ovvero l’ipotesi di un programma di utilizzo e valorizzazione del patrimonio audiovisivo diffuso nel territorio della Tuscia, in chiave formativa e didattica, nasce dalle esperienze che AUCS e Centro Diocesano hanno condiviso in occasione di incontri pubblici, tra i quali la presentazione a Viterbo della pubblicazione “Media Education – esperienze di promozione della cultura cinematografica nella scuola italiana” (UCCA 2011) ovvero una ricerca sullo stato dell’audiovisivo in chiave educativa in Italia; indagine che la stessa Associazione per la Cooperazione e lo Sviluppo ha contribuito a realizzare, come circolo UCCA (Unione dei Circoli Cinematografici dell’ARCI) e come promotrice nel territorio della Tuscia di iniziative e programmi inerenti il tema, tra i quali la rassegna cinematografica Immagini dal Sud del Mondo e il percorso didattico per le scuole Immagini dal mondo.
L’incontro svoltosi Venerdì 22 giugno 2012 presso la sede del Centro Diocesano di documentazione dal titolo “Viterbo e gli audiovisivi: uno strumento educativo, verso un catalogo degli audiovisivi nelle biblioteche pubbliche e nelle collezioni private che ritraggono la Tuscia” è stata l’occasione per illustrare e condividere le tesi ed i presupposti del programma, nella prospettiva di concretizzare a breve una sinergia funzionale tra attori e i soggetti che – a vario titolo sia nel settore pubblico che in quello privato – sono interessati.
La illustrazione del programma prende avvio dalla condivisione di alcune considerazioni, ovvero una analisi schematica dei presupposti e delle condizioni.
Innanzitutto, ai fini del programma, è plausibile tenere in considerazione sia il patrimonio storico (le opere su pellicola) che via via le successive produzioni sino a quelle contemporanee in digitale, sovente realizzate dalle scuole a fini didattici.
Per quanto inerente i bisogni, è necessario quindi tener presente che:
- Il patrimonio audiovisivo storico (e le produzioni contemporanee) rappresentano una risorsa culturale inutilizzata ed a rischio, a fronte della impossibilità (e incapacità) di archiviare in modo funzionale le opere che – nel tempo – possono andare perdute.
- La conservazione “attiva” della memoria storica delle comunità e dei territori è assente nei modelli scolastici come nelle programmazioni delle PA (pubbliche amministrazioni), fatta eccezione per alcuni ambiti “virtuosi” ma isolati come per alcuni musei (Rete museale dell’Alta Tuscia).
Tra bisogni e criticità, ulteriori considerazioni sono:
- I sistemi formale (scuole) e non formale (in particolare le pubbliche amministrazioni) vivono una crisi di risorse e di motivazioni, ovvero di consapevolezza rispetto al proprio ruolo educativo in un contesto di sistema territoriale.
- L’attenzione verso la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico è culturale è particolarmente scarsa, conseguenza di una situazione contingente (diminuzione delle risorse) e di una tendenza in atto negli ultimi anni che si manifesta nella riduzione della quantità complessiva di associazioni e realtà civiche che si propongono di tutelare e valorizzare i beni storici, antropologici e culturali locali.
Peraltro è plausibile considerare anche alcune opportunità contingenti:
- Un utilizzo consapevole e guidato delle nuove tecnologie può sviluppare abilità, competenze e nuove motivazioni, soprattutto nelle nuove generazioni.
- Gli studenti – quindi in ambito scolastico – possono essere “protagonisti” del processo educativo in virtù di un interesse implicito ed esplicito verso il linguaggio audiovisivo e multimediale, in una dinamica virtuosa di riqualificazione dei ruoli docente/discente che implica e consente una revisione del ruolo dell’insegnante.
Tra le condizioni necessarie per la concretizzazione di queste opportunità, possiamo ricordare:
- I sistemi formale e non formale devono tornare a confrontarsi in un ambito di collaborazione funzionale e non estemporaneo, in una prospettiva di co-responsabilità che deve essere la chiave di volta per un sistema educativo integrato territoriale.
- Le fasi della formazione e della esemplificazione, ovvero della programmazione partecipata, devono essere chiare, coordinate a livello territoriale, sostenute e coerenti: ovvero gestite attraverso competenze specifiche in una ottica pluriennale.
La Media Education e la scuola
Le informazioni e le conoscenze passano inevitabilmente attraverso i linguaggi della radio, del cinema, quanto di internet, dei social network… quello che è necessario è organizzare e verificare un modello digitale in un sistema didattico (educativo/formale) allo stesso tempo tecnologico e culturale, caratterizzato da una interazione libera, fluida e plurale delle informazioni (…) in cui possano mescolarsi armoniosamente vecchi e nuovi saperi, attraverso una continua contaminazione.
(Antonella Di Nocera – Media Education: esperienze di promozione della cultura cinematografica nella scuola italiana / UCCA 2011)
Nella misura in cui viene svelato il significato del linguaggio audiovisivo e le sue possibilità interpretative (culturali, emotive, artistiche, tecnologiche) è possibile, per insegnanti e studenti, avere maggiore comprensione/apertura verso questa possibilità didattica, diventando produttori attivi di significato e soprattutto conservatori attivi, ovvero responsabili della conservazione e archiviazione del prodotto culturale in quanto valore implicito (memoria della esperienza formativa) ed esplicito (chiave interpretativa e di analisi della realtà (socio-culturale, economica, politica, antropologica, ambientale).
Il progetto: un catalogo degli audiovisivi della Tuscia
Il testo storico (in questo caso il documento audiovisivo) ha valore storico e culturale come prodotto di un ambiente (e di una cultura, anche tecnologica) e come testimonianza dello stesso ambiente (attraverso un percorso interpretativo soggettivo).
Esistono peraltro archivi pubblici (biblioteche, scuole, musei, enti pubblici) ma probabilmente molti “archivi” privati, ovvero esiste un potenziale archivio diffuso di testi/audiovisivi di grande importanza culturale e storica, che si completa via via che le scuole e gli altri soggetti produttori “editano opere”.
Il progetto si pone come punto di approccio per giungere – in prospettiva – a fornire ai soggetti produttori e utilizzatori – le scuole in prima istanza – formazione, informazioni, reti di partenariato, archivi e materiale, competenze, ipotesi di utilizzo e di conservazione in chiave documentale.
Il maggiore ricorso allo strumento audiovisivo, in forma passiva ma ancor più in forma attiva, lascia presupporre inoltre un forte sviluppo in chiave didattica e formativa.
La versatilità dei media digitali (unendo fruizione e produzione) offre infatti modelli didattici e pedagogici innovativi e più “giocosi” ma occorre fare attenzione alla relazione processo-prodotto: il secondo non è il fine (da lasciare in un cassetto) ma una fase, ovvero un punto di ri-partenza che avvia la riflessione in un processo ciclico e dialettico.
Questa è a tutti gli effetti una opportunità e una necessità per un territorio che vuole fare della cultura un motore economico e di sviluppo sostenibile e compatibile.
Il progetto, in sintesi, presuppone la creazione di un gruppo/sistema di interesse con l’obiettivo di elaborare un percorso di lavoro e in parallelo un programma di ricerca fondi e risorse e per la creazione di una rete sinergica di partenariato.
Il progetto dovrebbe quindi prevedere e comprendere le seguenti fasi
- Organizzazione di una ricerca delle/nelle banche dati dei materiali audiovisivi disponibili riguardanti il territorio dell’Alto Lazio
- Individuazione degli standard e dei parametri di produzione audiovisiva in chiave didattica (ovvero creare un tutorial da sottoporre alle scuole per l’utilizzo dello strumento audiovisivo come strumento di conoscenza e interazione con il territorio, finalizzato successivamente alla archiviazione funzionale del materiale prodotto)
- Individuazione di un centro di coordinamento del progetto e di archiviazione del materiale funzionale ad un uso didattico e culturale.
- Promozione del Programma e formazione degli operatori interessati all’utilizzo degli audiovisivi (educatori, insegnanti, operatori culturali, amministratori, studenti).
Scheda tecnica / Un percorso didattico
Nelle proposte didattiche di AUCS, a titolo esemplificativo, viene proposto di norma uno schema a fasi per la introduzione dell’audiovisivo in ambito didattico
- Immagini e messaggi / comunicare e ascoltare
- Raccontare le emozioni /soluzioni e tecniche audiovisive
- Analisi del contesto e ricerca dati e fonti
- Costruire un progetto – dalla storia al montaggio (pre-produzione e sceneggiatura …)
- Costruire un progetto – dalla storia al montaggio (riprese)
- Costruire un progetto – dalla storia al montaggio (montaggio e post produzione)
Il punto di partenza è sempre l’immagine.
Sottoponiamo sin da subito ai ragazzi una griglia di possibili ambiti di riflessione, di fronte ad una immagine fissa che rappresenti un numero adeguato di punti di osservazione e chiavi di lettura.
(foto di Massimo Vollaro – archivio AUCS)
Che cosa rappresenta l’immagine
- Chi viene ritratto nell’immagine?
- (età, sesso, stato di salute, abbigliamento, stauts…)
- Come descriveresti l’espressione del volto? La Postura (il linguaggio del corpo)?
- Che cosa provano?
- Quali sensazione trasmette?
- Sono in posa?
- Vogliono essere ritratti?
- Vogliono essere ricompensati/pagati?
- Dove è stata ripresa l’immagine?
- Quando e in quale contesto (storico, ambientale..)?
- Cosa stanno facendo i personaggi? Stanno facendo azioni ordinarie o particolari?
- L’immagine dà una idea positiva, negativa o neutrale delle persone raffigurate?
- Dove hai visto immagini simili che trasmettono lo stesso tipo di messaggio?
- Quali informazioni vorresti avere ancora sull’immagine?
Contesto
- Quali informazioni forniscono il testo, il titolo, le didascalie (se ci sono)?
- Perché questa immagine è stata utilizzata?
- A quale pubblico è diretta (età, status, sesso, razza …)?
- Da chi è utilizzata l’immagine? Perché?
Tecniche
- L’immagine è a colori o in bianco e nero?
- Se è colori quali colori predominano?
- Quale effetti producono la luce o il colore?
- Quale inquadratura è stata utilizzate (campo lungo, campo medio, figura intera, piano americano, primo piano, dettaglio …)?
- La scena è racchiusa nella cornice (si svolge nel campo) o è parte di una scena che si svolge fuori della cornice (fuori campo)?
- L’immagine è stata manipolata?
Dopo aver risposto (meglio se singolarmente) rispondere insieme a queste domande:
- Quali simboli visivi o stereotipi riconosci?
- Dove ricordi di aver visto una immagine simile? In quale contesto?
- Quali messaggi trasmette?
- Credi che l’immagine sia efficace nel trasmettere questi messaggi?
Il Ce.Doc – Centro di Documentazione multimediale di A.U.C.S.
Il Centro di Documentazione, un nucleo di saperi nel cuore dell’Università è biblioteca videoteca emeroteca.
- Il CeDoc – il Centro di Documentazione nasce nel 1997. La finalità è di raccogliere e conservare il materiale acquisito e prodotto dall’Associazione Universitaria per la Cooperazione e lo Sviluppo. E’ composto dalla biblioteca, dalla videoteca e dall’emeroteca si rivolge a studenti, docenti, ricercatori ed esperti. E’in aggiornamento continuo e dispone di un catalogo informatizzato consultabile che permette la ricerca delle pubblicazioni per titolo, autore o argomento.
Associazione Universitaria per la Cooperazione e lo Sviluppo onlus
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