L’11 febbraio 2015 nella Sala Zavattini dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico si è tenuto, in collaborazione con la
Continua a leggereCategoria: Archivi, Didattica e Digital Humanities
a cura di MariaChiara Bernardini, Anna Caprarelli, Gilda Nicolai
The past was analog. The future is digital.
Tomorrow’s historians will glory in a largely digital
historical record, which will transform the way they
research, present, and even preserve the past. [1]
La presenza della storia contemporanea on-line ha comportato fin dai primi momenti una serie di interrogativi circa l’autorevolezza delle creazioni, i metodi di digitalizzazione e l’uso delle fonti. Queste tematiche sono affiorate non solo per la mole di siti dedicati ai fatti di storia contemporanea, ma sopratutto per le scelte che sono alla base della creazione digitale e del successivo inserimento on-line.
La rete contiene un numero sempre crescente di spazi dedicati alla storia contemporanea. Gli strumenti digitali a disposizione dello storico diventano di giorno in giorno più efficienti e collaborativi assicurando di fatto una straordinaria potenzialità di ricerca e di didattica.
La storia appare paradossalmente, oggi sempre più sconnessa da ogni itinerario di conoscenza, lontana dalle giovani generazioni e poco duttile ai vorticosi processi di conoscenza che sempre meno inducono alla ricerca, evidenziando tutto ciò il bisogno di rinnovati sforzi didattici per l’intercettazione della motivazione dello studente. Sorge dunque la questione dell’insegnamento della storia come racconto, come dicevano Bloch e Febvre, nell’espressione più alta del termine, e dell’insegnamento della storia come risultato di una mediazione didattica in un processo di apprendimento strutturato come costruzione di conoscenze e della coscienza in cui il passato dia spessore al presente, in una rigida separazione tra storia e attualità.
In questa sezione dell’Officina della storia si vuole dare un’idea di quel vasto settore delle Digital Humanities e di tutte le attività di supporto alla divulgazione scientifica storica, alle ricerche coordinate, agli eventi di conferenze o di lezioni, all’uso degli audiovisivi o dei mass media.
Si cercherà dunque di evidenziare gli esperimenti più riusciti ed innovativi, anche dal punto di vista dell’affidabilità scientifica, dell’importanza didattica e archivistica. Tre diramazioni della disciplina storica legate ormai dall’intenso processo di digitalizzazione. Si darà spazio ovviamente alle nuove frontiere dell’archivistica, senza però dimenticare anche le fonti archivistiche tradizionali, una visione insomma a 360° dal cartaceo al digitale delle fonti.
Perché leggere, scrivere e studiare la storia “on-line” non è solo accedere a siti dove sono presenti articoli testuali tradizionali, come se Internet diventasse semplice sostituto della stampa tipografica, ma significa soprattutto sapere utilizzare gli strumenti informatici resi disponibili dalla crescente comunità afferente alle “Digital Humanities” così come essere in grado di guardare criticamente alle sperimentazioni digitali più ardite, capaci di rendere la realtà storica particolarmente viva e coinvolgente, non solo per gli addetti ai lavori.
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