Il Centro on line Storia e Cultura dell’Industria è un progetto con finalità didattiche, culturali e di ricerca che si propone di utilizzare il web per promuovere la conoscenza della storia industriale e del lavoro di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Il principio da cui nasce il progetto, infatti, è il valore della conoscenza come “bene pubblico” ai temi della Rete: da qui l’idea di favorire la costruzione, grazie alle tecnologie multimediali e ad Internet, di un sistema a cui molti soggetti partecipano e che tutti possono liberamente utilizzare[1].
Il Centro si presenta oggi attraverso il portale Storiaindustria.it, inserendosi con caratteristiche originali nel panorama culturale europeo che negli ultimi decenni ha visto moltiplicarsi musei, archivi, centri studi specializzati in questo settore; se i centri materiali hanno in genere un sito Internet per far conoscere le proprie attività, il Centro esiste soltanto nel web.
Sotto la direzione scientifica del prof. Luciano Gallino, Storiaindustria.it è stato sviluppato nel corso degli anni come un “ambiente”[2] multimediale utilizzabile tanto per l’insegnamento e l’apprendimento quanto per la ricerca. Tra i principali destinatari vi sono istituti scolastici, archivi di impresa, archivi comunali e regionali, associazioni di categoria, assessorati alla cultura degli enti territoriali, fondazioni del movimento operaio, sindacati, oltre ovviamente agli specialisti della materia.
Questo ambiente multimediale ha anche una spiccata componente sociale e collaborativa, fondandosi su un’articolata filosofia partecipativa: imprese e archivi del territorio mettono a disposizione del progetto una parte del proprio patrimonio documentario, permettendo la fruizione on line e, di conseguenza, la valorizzazione di patrimoni a volte poco conosciuti, mentre le scuole svolgono un ruolo attivo e sono coinvolte, anche attraverso bandi di concorso, in attività di ricerca volte alla realizzazione di siti dedicati all’industrializzazione del proprio territorio, che vanno poi ad arricchire il sistema centrale.
Le diverse sezioni del portale offrono numerose risorse. L’Archivio digitale permette la consultazione di documenti originali digitalizzati provenienti da archivi pubblici e privati e imprese del territorio; la Biblioteca raccoglie un catalogo bibliografico di volumi, saggi, articoli e tesi; i Corsi mettono a disposizione percorsi storici originali sulla storia di imprese, prodotti, personaggi, modelli di organizzazione del lavoro. Inoltre sono presenti materiali metodologici e unità didattiche multimediali, strumenti di georeferenziazione basati sulle Google Maps, come mappe territoriali per localizzare gli stabilimenti nel tempo e nello spazio, e funzionalità collaborative che permettono agli utenti di intervenire nella produzione dei contenuti e nell’arricchimento dei materiali, mediante wiki e la possibilità di formarsi raccolte di documenti su temi di interesse e condividerle con chiunque altro.
Al fine di suggerire e facilitare un accesso selettivo e mirato agli archivi, tutti i materiali pubblicati sul portale sono organizzati in percorsi tematici: l’impianto per “settori industriali” e per “temi di cultura industriale” che struttura l’intero sistema[3] associa i documenti digitalizzati, i percorsi storici e i materiali bibliografici a tag e parole chiave, utilizzati come guida per una fruizione personalizzata dei contenuti. Questi, infatti, trattano le vicende inerenti la storia dell’industria in senso stretto (imprenditoria, produzione, organizzazione del lavoro, tecnologia), ma anche i molti settori della cultura che hanno intrattenuto rapporti significativi con l’industria: le scuole tecniche e professionali, la pubblicità, l’architettura, l’editoria, la moda, il design, le gare sportive. L’arco temporale, invece, spazia dal 1850 fino a trattare le vicende più recenti del sistema industriale, come ultimo capitolo in progress della storia delle tre regioni.
Sebbene il Centro non svolga funzioni di conservazione proprie dell’archivio o della biblioteca, non solo può incentivare la raccolta di materiale documentario, ma soprattutto può fornire modalità complementari di comunicazione e interpretazione delle collezioni, proponendone un uso concreto per comunità di interesse, intercettando l’interesse di docenti e studenti, ma anche di studiosi di discipline affini e amatori.
Ne è esempio “Bibliografiat”, progetto promosso in collaborazione con l’Archivio e Centro Storico Fiat e inteso a rendere disponibile sul web l’intera bibliografia sulla storia e sulle attività della Fiat. Si tratta di oltre 1.700 recensioni di monografie, saggi, articoli e ricerche pubblicati dal 1899 al 2008 sul gruppo Fiat[4]: ogni titolo di questa ricca bibliografia è corredato di una scheda, curata da storici, che spiega brevemente il contenuto del testo, le sue caratteristiche e l’importanza dell’opera nella letteratura esistente. Per ogni libro o articolo sono indicati i temi di cultura industriale e i settori industriali trattati, cliccando sui quali sono immediatamente visibili gli altri testi sullo stesso argomento.
Questo catalogo virtuale e interattivo è il risultato di due importanti ricerche. La prima, curata da Maria Rosaria Moccia, è stata pubblicata nei “Quaderni” dell’Archivio Storico Fiat nel 1998 (Paravia) e raccoglie i dati sulle fonti a stampa pubblicate dal 1899 al 1996, concentrandosi sui temi industriali, storici, economici e sindacali dell’esperienza aziendale. È la parte più corposa, con 1.554 titoli. La seconda ricerca, curata da Stefano Musso e Marco Bresciani, ne costituisce l’aggiornamento, con 205 schede su monografie, articoli e documenti pubblicati dal 1997 al 2008.
In particolare, la bibliografia più recente ha privilegiato le opere di carattere storico, economico, sociale e culturale, alle quali si aggiungono i lavori che, attraverso gallerie fotografiche, illustrano l’evoluzione storica, tecnologica ed estetica dei modelli automobilistici prodotti dalla Fiat e dei suoi impianti di produzione. Sono state invece tralasciate le pubblicazioni di carattere più tecnico, relative esclusivamente alla vetture o ad alcuni loro specifici aspetti tecnologici, come la pubblicistica, molto ricca, legata alla celebrazione del Centenario della Fiat (1999), alla crisi del gruppo (2002) e alla morte di Gianni Agnelli (2003)[5].
[1] L. Gallino, La conoscenza come bene pubblico globale nella società delle reti, in A. Spaziante (a cura di), La conoscenza come bene pubblico comune: software, dati, saperi, Atti del Convegno (Torino, 17-18 novembre 2003), CSI-Piemonte, Torino 2004, pp. 23-37.
[2] «Ambiente vuol significare qualcosa che avvolge, qualcosa in cui si entra, entro cui ci si può muovere, qualcosa che è formato da una pluralità di componenti che stanno tra loro in un rapporto dinamico che non è opaco ma è visibile ed è comprensibile per l’utente che si inoltra in un ambiente di apprendimento». L. Gallino, La progettazione di ambienti di apprendimento nella scuola e nel lavoro, in “Technology review”, n. 5, 1998.
[3] I 12 “settori industriali” sono: aerospaziale, alimentare, automobili e veicoli, navale, chimica e farmaceutica, energia e telecomunicazioni, editoria e tipografia, scrittura e calcolo, trasporti ferroviari, meccanica ed elettrotecnica, siderurgia, tessile e abbigliamento. I 12 “temi di cultura industriale” sono: storia dell’industria, organizzazione e lavoro, prodotti, professioni, sindacati, design e comunicazione, industria e stato sociale, industria e paesaggio, sport, protagonisti, scuola e industria, impresa e politica.
Per consultare Bibliografiat on line: http://www.storiaindustria.it/fonti_documenti/biblioteca/ricerca?submitRicerca[bibliografiat]=&r=bibliografiat.