Il film del secolo è il racconto per immagini degli ultimi cento anni di storia, l’epoca del cinema, attraverso la conversazione a tre di Rossana Rossanda, Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri che, per lunghi anni, hanno condiviso le pagine del quotidiano Il manifesto. In questo “corpo a corpo” su autori, cinema di genere, avanguardie e B-movie, affiora, tutt’altro che sanata, una vera e propria cesura fra generazioni della seconda metà del Novecento: l’ottica di Ciotta e Silvestri culmina, secondo Rossanda, in una sopravvalutazione della funzione dell’immaginario rispetto alla materialità della lotta di classe. Spiega la fondatrice del Manifesto: “ è impossibile per me, impenitente marxista e comunista, rinunciare all’idea che è il “materiale reale” che condiziona una società mentre essi sono convinti che questa sia una funzione dell’immaginario, specie quello che definiscono collettivo”. I tre autori del volume condividono la passione per gli evergreen Ford e Lubitsch, Orson Welles, Anthony Mann e Scorsese ma si dividono su quelle opere che Rossanda giudica “inclinazioni alla favola”, tipo Guerre Stellari. “Per Ciotta e Silvestri – scrive Rossanda – Guerre stellari ha pesato di più che la crisi dei subprimes, per me se mai è stata l’affermazione liberista della assoluta priorità dell’individuo, che di interiore e inconscio non ha nulla. (…) L’individuo del liberismo è considerato separato e autosufficiente quindi è invitato a “realizzarsi”, invece che non stare in relazione e tensione con gli altri”. Al di là della diversità di sguardi, talora convergenti, più spesso divergenti, emerge, però, un gusto comune per i film che riformulano il linguaggio, da Ozu a Hitchcock, da Ejzenstein al già citato Orson Welles. Il cinema di cui si parla in questo libro è un cinema che non concede facili happy end ma che semina dubbi: un’arte che – come sottolinea Ciotta – destabilizza anche quando ha il profilo snello di una sophisticated comedy. Bisticciando sulla politicità e sull’artisticità del cinema, sul divismo, sull’industria culturale, sulla esagerata simpatia di Ciotta e Silvestri per i film sovversivi e sulla idiosincrasia di Rossanda per tutto ciò che è sovversivo e non rivoluzionario, i tre mettono a fuoco questioni politiche ed estetiche fondamentali ancora irrisolte. In questo quadro, il cinema è sempre visto, seppur con accenti diversi, come “pensiero motore, fiancheggiatore critico del mondo, capace di riconfigurare il sensibile e di vedere al di là del tempo, sempre a caccia di rivoluzioni possibili”. “ Noi siamo orfani della Rivoluzione. E spesso pensiamo che non c’è più una vittoria possibile, che il mondo è disincantato e alla fine ci rassegniamo. Il cinema, al contrario, ci dice, a suo modo, che ci sono vittorie possibili anche nel mondo peggiore… Non bisogna disperarsi. E’ quel che il cinema ci racconta, io credo. Ed è per questo che dobbiamo amarlo.” Queste parole di Alain Badiou, scelte da Ciotta come epigrafe per la sua nota conclusiva, sintetizzano perfettamente lo spirito di un libro, denso e profondo, da leggere e rileggere, per percorrere,con sguardo lucido ma non conciliante, la storia del grande schermo, dalle origini ad oggi, il suo specchiarsi con la realtà e il suo prendere parte ai conflitti dell’individuo, della società, del tempo.
CREDITI
Titolo: Il film del secolo/ Autore: Rossana Rossanda con Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri/ Editore: Bompiani/ Anno: 2013/ Pagine: 341/ Prezzo: 19 euro / ISBN: 9788845268212