Grande Guerra 1915-2015

Il database “La Grande Guerra, i diari raccontano”[2] nasce da una collaborazione tra l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e il gruppo editoriale l’Espresso, avviata a partire dall’ottobre 2013[3]. Con l’avvicinarsi delle ricorrenze commemorative dei cento anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale in Europa (luglio 2014) e in Italia (maggio 2015) entrambi i soggetti, protagonisti in diversi ambiti della vita culturale del Paese, hanno deciso di realizzare un progetto per divulgare e rendere fruibile attraverso una piattaforma informatica un segmento rilevante del fondo, parzialmente inedito, “Guerra mondiale 1914-18” custodito dall’Archivio dei diari. Al momento dell’avvio dei lavori, il fondo contava 350 unità archivistiche tra autobiografie, diari, memorie ed epistolari, per un totale stimato di circa 42.000 singoli documenti. Un patrimonio che si è stratificato presso la fondazione di Pieve Santo Stefano in trent’anni di attività, grazie al continuo afflusso di materiali depositati in copia o donati in originale dai testimoni diretti della Grande Guerra, dai loro eredi o da persone entrate in possesso dei documenti attraverso i percorsi più impervi[4]. A favorire questo processo virtuoso di accumulazione e conservazione archivistica, ha contribuito in maniera determinante il clima culturale e l’attenzione storiografica maturata anche in Italia intorno agli “ego-documenti”, nello specifico a quelli relativi alla Prima guerra mondiale, che a partire dalla metà degli anni Ottanta sono diventati oggetto di studio, fonti per la storia, anche nel nostro Paese[5]. Così come l’approdo alla “storia dal basso”, quella scritta dalle masse novecentesche ha rappresentato un momento di discontinuità importante per gli studi storici in generale e per quelli sulla Grande Guerra in particolare, anche nell’approdo a forme di restituzione dei contenuti storico-archivistici come “I diari raccontano” si intuisce un potenziale innovativo tutt’altro che trascurabile. La posta in gioco è la narrazione storica, nonché il perimetro di azione degli storici e dei mediatori culturali che si occupano e si occuperanno di veicolare questi contenuti in futuro[6]. Un’evoluzione che nella cornice del web passa soprattutto attraverso il superamento della staticità, dell’impermeabilità e della scarsa fruibilità delle piattaforme che tradizionalmente offrono in consultazione contenuti storico-archivistici, come le digital library. Non solo con la creazione di strumenti informatici capaci di dialogare con le “nuove masse”, quelle che oggi popolano il web semantico, ma che siano in grado di farlo anche attivando percorsi di storytelling stimolanti e coinvolgenti, che sappiano destare l’interesse del pubblico al quale si rivolgono[7].

 

Il database

“La Grande Guerra, i diari raccontano” può essere dunque definito come un database, un insieme organizzato di dati relativi a un campione di soldati italiani che hanno combattuto la Prima guerra mondiale e che hanno lasciato una testimonianza autobiografica scritta dell’esperienza vissuta. Il lavoro ha convolto 150 tra le 350 testimonianze rese disponibili dall’Archivio diaristico nazionale. La scelta di restringere il campo della ricerca e dell’utilizzo delle fonti ha fatto i conti con il potenziale di forza lavoro dispiegato e non certamente con scelte di merito circa le testimonianze disponibili, tutte degne di interesse e meritevoli di attenzioni.

Il gruppo di lavoro che si è occupato dell’elaborazione dello sviluppo del progetto è stato formato da storici di professione, giornalisti, informatici, archivisti.

La principale attività svolta dal gruppo di lavoro è stata quella di selezionare una o più parti delle testimonianze scelte e di inserirle progressivamente all’interno del database. Sui criteri “qualitativi” che hanno determinato la selezione torneremo in seguito, mentre per quanto concerne il criterio “quantitativo” occorre premettere che si è scelto un metro di giudizio ritenuto sostenibile per la forza lavoro dispiegata. Al momento del debutto in rete della piattaforma, avvenuto nel giugno del 2014, erano stati selezionati e predisposti alla pubblicazione “n” brani tratti dalle testimonianze dei 150 autori, per un totale di oltre 1.000 brani selezionati.

Il “campione” di testimoni selezionato al momento della messa online risultava estremamente esemplificativo del Paese entrato in guerra: diari, memorie ed epistolari appartenevano e appartengono infatti a italiani e italiane provenienti da tutte le regioni della Penisola (fatta eccezione per l’attuale Valle D’Aosta) e da tutti i ceti sociali, e che hanno indossato tutti i gradi gerarchici presenti nell’esercito. I soldati, che rappresentano la colonna portante del campione selezionato, (ad essi appartiene oltre il 90 per cento delle testimonianze, il resto è diviso tra civili, donne e bambini) hanno combattuto su tutti i fronti nei quali l’Italia è stata protagonista, dal Carso, all’Isonzo al fronte alpino, fino alla Macedonia e all’Albania, al fronte Occidentale. Sono inoltre rappresentate le testimonianze di soldati nati nei territori irredenti che hanno combattuto sotto la bandiera asburgica sul fronte Orientale, e di quanti sono entrati a far parte della Legione Redenta in Estremo Oriente.

I criteri “qualitativi” utilizzati per individuare le parti delle testimonianze da pubblicare online rispondono alle competenze specifiche maturate dal personale dell’Archivio sul proprio fondo documentaristico, e ai capisaldi della storiografia che si è stratificata negli anni attorno a questo genere di fonti. Il gruppo di ricerca ha infatti individuato un elenco di “temi” tra quelli che hanno connotato la vita di soldati e dei civili negli anni del conflitto. I temi selezionati, cinquantotto in totale, possono essere suddivisi in tre categorie.

La prima, composta da ventiquattro voci, è inerente a temi riconducibili al contesto militare e bellico e alle seguenti parole chiave: assalti, bombardamenti, corpo a corpo, fucilazioni, gas, aeroplani, armistizio, azioni, battesimo del fuoco, cattura di prigionieri, combattimenti, decimazioni, decorazioni, disciplina militare, diserzioni, feriti, fuoco amico, insubordinazioni, irredentismo, nemici, resa, ritirata, ventiquattro maggio, torture.

La seconda categoria di temi, composta da venti voci, rinvia ad aspetti più strettamente legati alla quotidianità, alle condizioni materiali della vita in zona di guerra e alle seguenti parole chiave: cibo, civili, fame, famiglia, freddo, licenze, malattie, marce, morti, natale, ospedali, pidocchi, prigionia, retrovie, sete, sfollati, stanchezza, svago, valanghe, vita in trincea.

La terza, infine, composta da quattordici temi che rimandano ad altrettante parole chiave, ha a che fare con i sentimenti, l’emotività e la soggettività dell’esperienza di vita al fronte: amicizia, amicizia tra nemici, amore, odio, orrori, paura, uccidere, autolesionismo, dissenso, fortuna e sfortuna, mamma, religione, spionaggio, suicidi.

I temi e le rispettive parole chiave sono stati scelti in parte prima e in parte durante la lettura dei documenti inediti, attraverso un confronto che è andato avanti per mesi, animato dal proposito di descrivere a tutto tondo l’esperienza bellica e di evidenziare gli aspetti principali del vissuto comune dei soldati. Le parole chiave sono servite come elemento selettivo, metadato (per usare il gergo archivistico) o tag (per usare quello informatico), al fine di individuare brani poi estrapolati dai documenti e inseriti nel database. Parti di diari, memorie o lettere lunghe all’incirca come un articolo di giornale o poco più (una, al massimo due cartelle) sono state selezionate in base ai criteri stabiliti, laddove rispondevano a una o più parole chiave tra quelle stabilite.
La natura dei documenti pubblicati sul database e questi criteri selettivi rappresentano certamente elementi caratteristici del progetto, sebbene la scelta che più di ogni altro ha caratterizzato il database “La Grande Guerra, i diari raccontano” è stata quella di procedere a una trascrizione integrale dei brani, avvenuta manualmente perché nessun sistema di Ocr[8] era in grado di decifrare le scritture a mano o eterogeneamente dattiloscritte. La trascrizione dei brani e una pur essenziale contestualizzazione degli stessi, dove necessaria, consente infatti una ricercabilità e una navigabilità totale dei contenuti del sito, contenuti che vengono indicizzati e offerti allo scandaglio dei motori di ricerca, così da permettere esplorazioni per singole parole chiave, modalità determinante per qualunque indagine e in modo particolare per le indagini scientifiche.

I brani selezionati sono stati titolati con uno stile giornalistico, introdotti laddove necessario, collegati attraverso dei link a pagine di approfondimento storico o tematico, e infine geolocalizzati uno ad uno per permettere che ogni singolo avvenimento raccontato fosse rintracciabile su una mappa geografica, navigabile da ogni pagina del sito. Infine i brani scelti sono stati arricchiti con fotografie delle testimonianze originali – quando reperibili – rispondenti ai frammenti di brani trascritti, e di scatti fotografici artistici dei materiali conservati presso il fondo di Pieve Santo Stefano. Attraverso le parole chiave, i luoghi geografici e la cronologia degli eventi le testimonianze sono state collegate tra loro. In questo modo, chiunque si connetta al sito può costruire il proprio, esclusivo percorso di scoperta e conoscenza della Prima guerra mondiale e in quest’ottica un ruolo di vitale importanza lo riveste l’architettura del database, che è stata realizzata grazie a un lavoro di contaminazione avvenuto tra “umanisti” e “informatici”.

L’architettura del sito, come ama ripetere chi l’ha creata, non è stata concepita con l’idea di realizzare una relazione storica, bensì la storia di una relazione all’interno di un ecosistema informativo[9]. Ci si è domandati quali potessero essere i bisogni, le urgenze degli utenti che navigando ricercassero una piattaforma come quella in corso di realizzazione. Le risposte ipotizzate hanno condotto ai temi dell’identificazione personale, dell’identificazione geografica, dell’individuazione parentale e familistica, dell’interesse informativo per aspetti particolarmente sconvolgenti dell’esperienza di guerra. Infine è stata isolata la “macrofunzione narrativa” dell’intero database, che è quella di mostrare la Grande Guerra attraverso i diari, le memorie e gli epistolari di chi l’ha vissuta. Non attraverso altri criteri, o attraverso altre fonti, bensì esattamente attraverso questi ego-documenti.

Sono tanti dunque individuati quattro “motori” per la navigazione del sito, ciascuno dei quali vanta una propria struttura ma può essere allo stesso tempo messo in relazione con l’altro, creando percorsi di navigazione trasversale e piccoli ecosistemi informativi all’interno di ogni pagina.

 

Tre “motori” per navigare

Il primo “motore” è legato alla costruzione della homepage, che ha avuto un significato particolare. Se è vero che la rete abilita un diverso rapporto con il tempo e lo spazio, distorcendo entrambi, inducendo gli utenti a vivere in una sorta di eterno presente che rischia di distorcere la prospettiva storiografica[10], il proposito perseguito è stato quello di sfruttare a vantaggio dell’architettura del sito questo elemento, facendo in modo che i testimoni, i soldati che lo popolano, risultassero protagonisti del presente e generassero empatia con gli utenti. È per queste ragioni che è stata creata una hompage che si rigenera a ogni apertura e estrae in maniera casuale sei autori, i quali vengono presentati innanzi tutto attraverso una loro fotografia che spesso ce li mostra per quello che erano, dei ragazzi o giovani uomini, e che viene accompagnata da una micro narrazione di forte impatto per chi legge. Avendo preventivamente inserito le date di nascita di ogni testimone, un calcolo algebrico ne restituisce l’età al momento dell’entrata in guerra. Sotto alla foto compare dunque la scritta “avevo tot anni quando sono entrato in guerra” (figura 1) che sottintende la proposizione di interrogativi rivolti a chi legge. Tu che leggi quanti anni hai? Sei mio coetaneo? Cosa fai o cosa facevi nella tua vita all’età in cui io sono partito per il fronte?

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Figura 1 Dettaglio della homepage del sito espressonline.it/grandeguerra/

 

Domande che stimolano l’approfondimento e inducono l’utente a effettuare un primo “clic” sulla foto o sul nome del “testimone” per scoprire cosa può raccontare.

 

Figura 2 Primo “clic”: la scheda autore

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Figura 2 Primo “clic”: la scheda autore

Al primo “clic”, l’utente “atterra” su una nuova pagina nella quale trova una scheda autore (figura 2), che contiene notizie biografiche essenziali sulla vita civile e militare del soldato autore della testimonianza, cenni essenziali sulla stessa testimonianza, e subito sotto l’elenco dei brani di diari (figura 3) estrapolati dal suo diario, autobiografia, memoria o epistolario.

 

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Figura 3 Primo “clic”: l’elenco dei brani estrapolati dalla testimonianza

 

 

Un nuovo “clic”, il secondo, effettuato dall’utente sul titolo (o sul “continua a leggere”) di uno dei brani estrapolati dalla testimonianza, consente di atterrare su una pagina web che contiene il brano scelto, che è stato trascritto e titolato, introdotto in alcuni casi, accompagnato da informazioni circostanziate (quando è stato possibile rinvenirle, altrimenti approssimative) sui luoghi e sui tempi in cui è avvenuto il fatto raccontato dall’autore. Sulla parte destra della pagina compaiono infine dei menù che offrono itinerari di navigazione verso brani di testimonianze affini rispetto ai temi o prossimi geograficamente, che consentono all’utente di proseguire il proprio percorso alla scoperta dell’esperienza di vita dei soldati al fronte, un percorso nel quale anche la soggettività del fruitore acquisisce un peso rilevante (potrebbe essere interessato a un determinato luogo perché ci vive o ci ha trascorso una villeggiatura, potrebbe essere interessato al tema dei feriti perché esercita la professione di medico, ecc.). L’elenco integrale degli autori è richiamabile dalla homepage.

 

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Figura 4 Secondo “clic”: la pagina che contiene la trascrizione della testimonianza

 

Un breve accenno infine, prima di passare in rassegna gli altri due “motori” della navigazione, all’inserimento delle scansioni delle pagine originali (o talvolta di fotografie artistiche[11]). Naturalmente l’inserimento del testo originale al fianco di quello trascritto rappresenta un ulteriore valore aggiunto, perché consente all’utente di visualizzare gli oggetti sui quali sono state impresse le testimonianze e di apprezzare il difficile lavoro che è stato compiuto per rendere accessibile il contenuto dei documenti (figura 5).

 

 

 

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Figura 5 Fotografie delle testimonianze originali, espandibili

 

Del secondo “motore” di navigazione, i temi, abbiamo già parlato nel merito elencandone numeri e contenuti (58 in totale, di cui 24 bellici, 20 quotidianità, 14 emotivi) e ne abbiamo già scorto la presenza in alcune figure. I temi infatti appaiono in homepage sotto alla fotografia e alla presentazione dei soldati testimoni (figura 1), in un elenco al termine della scheda autore (figura 2) e sono richiamabili dai menù di destra nelle pagine che contengono le trascrizioni dei brani (figura 4). Aggiungiamo che l’elenco integrale dei temi è richiamabile da un menù posto in evidenza in homepage (figura 6) e che cliccando su ciascuna parola chiave si atterra su pagine (figura 7) che elencano tutti i brani selezionati che trattano quel tema (in via esclusiva o, molto più frequentemente, insieme a altri temi).

 

 

Figura 6 Dettaglio dell’elenco temi richiamabile dalla homepage espressonline.it/grandeguerra/

 

Anche in questo caso l’itinerario conduce, dopo un nuovo clic sul titolo del brano o sul “continua a leggere”, alla trascrizione della testimonianza selezionata (figura 7).

 

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Figura 7 Dall’elenco dei brani relativi allo stesso tema alla trascrizione del singolo brano

 

La gran parte delle parole chiave relative ai temi, come l’esempio “aeroplani” che stiamo visualizzando, vengono introdotte e contestualizzate da schede di approfondimento che servono in primo luogo a motivare la scelta operata dal gruppo di lavoro nella selezione, oltre che a inserire i frammenti di testimonianze in un quadro storico di riferimento.

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Figura 8 Le schede di approfondimento relative ai temi

 

Il terzo motore per la navigazione, anch’esso richiamabile dalla homepage, è quello degli “eventi e luoghi bellici”. Il gruppo di lavoro ha selezionato 40 tra gli avvenimenti principali e luoghi emblematici della Prima guerra mondiale che con maggiore frequenza venivano menzionati all’interno delle testimonianze, raggruppando i relativi frammenti di brani per parole chiave. Ecco l’elenco in ordine alfabetico: 29 giugno 1916; Assedio di Przemysl; Attacco al Seikofel; Battaglia degli Altipiani; Battaglia del Col Basson; Battaglia del Solstizio; Battaglia dell’Ortigara; Battaglia di Dosso Casina; Battaglia di Galizia; Battaglia di Vittorio Veneto; Col di Lana; Colbricon; Corpo di spedizione italiano in Estremo Oriente; Decima battaglia dell’Isonzo; Disfatta di Caporetto; Dolina dei morti; Legione Redenta; Monte Grappa; Monte Mrzli; Monte Podgora; Monte San Michele; Monte Sei Busi; Monte Zebio; Nona battaglia dell’Isonzo; Offensiva Brusilov; Ottava battaglia dell’Isonzo; Pozzuolo del Friuli; Prima battaglia dell’Isonzo; Quarta battaglia dell’Isonzo; Quattro novembre; Quinta battaglia; dell’Isonzo; San Martino del Carso; Santa Caterina; Seconda battaglia dell’Isonzo; Sesta battaglia dell’Isonzo; Settima battaglia dell’Isonzo; Terza battaglia dell’Isonzo; Trincerone

Durer; Undicesima battaglia dell’Isonzo; Ventiquattro maggio.

 

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Figura 9 Dettaglio dell’elenco eventi e luoghi bellici richiamabile dalla homepage espressonline.it/grandeguerra/

 

Anche in questo terzo caso la navigazione prevede l’atterraggio su una pagina di elenco brani al primo “clic”, e il successivo approdo alla pagina con la trascrizione della testimonianza al secondo “clic”.

 

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Figura 10 Dall’elenco dei brani relativi allo stesso evento o luogo bellico alla trascrizione del singolo brano

 

Ancora una volta delle schede, questa volta “storiche”, favoriscono la contestualizzazione.

 

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Figura 11 Le schede storiche relative a eventi e luoghi bellici

 

Per concludere la disamina della navigabilità del database “La Grande Guerra, i diari raccontano”, occorre soffermarsi sulla mappa che è stata realizzata e collocata in homepage, sotto alle fotografie e alle presentazioni dei soldati testimoni. Una mappa che è servita per geolocalizzare ogni singolo brano estratto da ogni testimonianza, per offrire una collocazione geografica più precisa possibile, lungo la linea del fronte, del fronte interno o nei vari luoghi di prigionia, a ciascun avvenimento narrato. Navigando attraverso la mappa ciascun utente può passare da una visione generale della distribuzione delle testimonianze, maggiormente agglutinate nelle zone in cui si è combattuto di più, a una visione sempre più specifica, fino a selezionare dopo un certo numero di “clic” la testimonianza specifica che viene presentata attraverso il titolo. La sequenza delle figure è esplicativa.

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Figura 12 La mappa e i brani geolocalizzati

Primo ingrandimento

Secondo ingrandimento

Ingrandimento finale

 

 

 

Rintracciare ogni singolo luogo relativo a ogni singolo brano, e le relative coordinate geografiche da inserire all’interno del database, ha rappresentato un’impresa non facile da realizzare. In primo luogo perché in via prevalente le testimonianze coeve, diari e lettere, non riportavano informazioni precise su dove si trovavano i testimoni nel momento in cui prendevano in mano carta e penna per scrivere. Per ragioni di censura e autocensura, perché non sempre si avvertiva l’esigenza di specificare questo genere di informazioni e perché spesso non si possedevano neppure, come trapela da numerose scritture nelle quali prevalgono disorientamento e confusione. Le testimonianze postume invece, autobiografie e memorie, scontano talvolta il problema della scarsa nitidezza dei ricordi, che induce a omissioni o approssimazioni. Inoltre gran parte degli ego-documenti nativi delle trincee vanta storpiature della toponomastica delle zone del fronte, del resto già contesa tra i diversi ceppi linguistici riconducibili ai diversi popoli belligeranti. Infine vale la pena annotare che alcuni luoghi che nel periodo della guerra potevano aver assunto un’importanza per chi li popolava, al punto di essere identificati con un nome convenzionale – ad esempio perché ospitavano un posto di comando o un luogo di primo soccorso – sono divenuti in seguito irrintracciabili, trasformati in qualcosa di diverso o semplicemente dimenticati. Al cospetto di tutte queste difficoltà un aiuto prezioso per assecondare l’esigenza di dare a ogni racconto una collocazione geografica, sebbene approssimativa, è giunto dai “Riassunti Storici dei Corpi e Comandi nella Guerra 1915-1918”, pubblicati dall’ufficio storico del Ministero della guerra tra il 1924 e il 1929, dunque in piena epoca fascista. La collana di dimensioni ponderose contiene descrizioni minuziose della vita quotidiana di ogni brigata e reggimento del Regio esercito che ha partecipato alla Grande Guerra, con dati talvolta dettagliati anche sulle vicende dei singoli battaglioni e delle compagnie. Conoscendo la collocazione nell’esercito dei diversi autori delle testimonianze e la data degli avvenimenti raccontati, è stato dunque possibile rintracciare con una certa precisione i luoghi che facevano da sfondo alle vicissitudini narrate nelle testimonianze.

 

 


[1] Co-curatore del progetto “La Grande Guerra, i diari raccontano” con il giornalista dell’Espresso Pier Vittorio Buffa.

[3] L’Archivio diaristico nazionale (Adn) ha sede in provincia di Arezzo, opera dal 1984 nella raccolta delle scritture autobiografiche e può vantare oggi un patrimonio di oltre settemila tra diari, memorie ed epistolari. Il gruppo editoriale ha sede a Roma, rappresenta una delle imprese italiane più importanti nel settore dei media e ha partecipato al progetto con due dei suoi principali “asset”, il settimanale L’Espresso e la rete dei quotidiani locali Finegil. L’iniziativa nasce sotto la direzione di Bruno Manfellotto al settimanale l’Espresso e di Luigi Vicinanza a Finegil, il prof. Camillo Brezzi e Natalia Cangi alla direzione scientifica e organizzativa dell’Archivio diaristico nazionale.

[4] Tipico il caso dei documenti recuperati dai mercatini dell’usato o dell’antiquariato. Un approfondimento della casistica potrebbe essere effettuato attraverso uno studio sistematico delle schede di partecipazione al “Premio Pieve Saverio Tutino”, il concorso annuale per scritture autobiografiche inedite che ad ogni edizione “attrae” centinaia di testimonianze. Le schede contengono informazioni dettagliate sulla vita dell’opera oltre che dell’autore. Sul fondo “Guerra mondiale 1914-18” non è ancora mai stata affrontata un’indagine simile.

[5] Momento centrale di questa svolta storiografica è il convegno che si è svolto a Rovereto (Trento) nel 1985 che ha portato Diego Leoni e Camillo Zadra alla pubblicazione de La Grande Guerra. Esperienza, memoria, immagini, Bologna, Il Mulino, 1986. Seguirà alcuni anni dopo un saggio centrale per l’uso degli ego-documenti quali fonti documentali e per lo studio dell’esperienza interiore del soldato al fronte, quello di Antonio Gibelli, L’officina della guerra. La Grande Guerra e le trasformazioni del mondo mentale, Torino, Bollati Boringhieri, 1991, seguito dai lavori di Giovanna Procacci, Dalla rassegnazione alla rivolta. Mentalità e comportamenti popolari nella grande guerra, Roma, Bulzoni, 1999, e di Bruna Bianchi, La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano (1915-1918), Roma, Bulzoni, 2000.

Per un approfondimento sui temi della Digital History e della Public History si rinvia a tutta la produzione di Serge Noiret, per lo più consultabile a partire dal blog http://sergenoiret.blogspot.it. Un quadro aggiornato è quello che restituisce il saggio di Marcello Ravveduto,

[7] Su tutti questi aspetti, di grande interesse il saggio di Federico Meschini, Della complessità celebrativa. La ricostruzione della memoria e la fisicità della trincea: gli archivi digitali e la Grande Guerra, in “Bollettino di italianistica” 2/2014, pp. 203-216.

[8] Acronimo per Optical Character Recognition, indica i sistemi di riconoscimento ottico dei caratteri, programmi studiati per la conversione di un’immagine contenente testo.

Questo concetto, e alcuni di quelli che seguono, sono stati espressi a più riprese in pubblico da Federico Badaloni, giornalista e responsabile dell’area di Architettura dell’Informazione della Divisione Digitale del Gruppo Editoriale l’Espresso, ideatore dell’architettura del database “La Grande Guerra, i diari raccontano”. Tra le occasioni nelle quali Badaloni si è espresso in questi termini, la presentazione del progetto all’Internet Journalism Festival 2015 di Perugia, rintracciabile a questo link http://www.journalismfestival.com/programme/2015/the-great-war-as-recounted-in-soldiers-diaries.

[10] Sul tema, Stefano Vitale, Le fonti dello storico nell’era del computer, Milano, Bruno Mondadori, 2004.

[11] In questo caso gli scatti appartengono al fotografo, collaboratore dell’Archivio dei diari, Luigi Burroni http://www.luigiburroni.net

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    By: Nicola Maranesi

    è giornalista professionista, autore, ricercatore presso l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e collaboratore dell’Espresso. Co-curatore della piattaforma online “La Grande Guerra, i diari raccontano”, è autore per il Mulino del volume Avanti sempre. Emozioni e ricordi della guerra di trincea 1915-18 e della collana “Cronache dal fronte” edita dal Gruppo l’Espresso. Dal 2015 fa parte del gruppo di lavoro della Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la realizzazione del “Memoriale della Grande Guerra”, progetto di museo diffuso articolato attraverso i sacrari di Redipuglia, Asiago e Monte Grappa.

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