Nel 2011 in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia l’Archivio di Stato di Piacenza aprì il sito dedicato al Risorgimento piacentino e alle guerre d’indipendenza. Con il dominio www.piacenzaprimogenita150.it si voleva richiamare l’anniversario ma soprattutto ricordare che Piacenza fu “Primogenita” in quanto prima città a chiedere a Carlo Alberto di Savoia l’annessione al Regno Sardo.
In questa prima versione del sito web alcune pagine erano già dedicate alla Prima Guerra Mondiale perché considerata Quarta guerra d’indipendenza.
Nel 2015, in occasione del centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale in Italia, il sito è stato completamente rivisto e sono state create due sezioni distinte: una dedicata al Risorgimento e una alla Grande Guerra. L’aggiornamento di quest’ultima sezione sarà costante e continuo fino al 2018, anno di chiusura delle suddette celebrazioni.
La sezione dedicata alla Prima Guerra Mondiale comprende la banca dati dei caduti piacentini, il materiale della mostra realizzata nel 2011, con relativo catalogo scaricabile in PDF, la raccolta Miscellanea fotografica, con foto dal fronte, e una serie ricca di contributi legati alla Prima Guerra Mondiale vissuta e patita dai piacentini.
L’Archivio di Stato di Piacenza si è assunto questo impegno nei quattro anni del centenario per favorire “una approfondita analisi e riflessione storica sul primo grande conflitto mondiale” come richiesto a tutte le istituzioni dal presidente Giorgio Napolitano nell’approssimarsi dell’anniversario.
Caduti piacentini della Prima Guerra Mondiale: diamo un volto ai caduti piacentini
La banca dati di tutti i caduti piacentini è composta al momento (novembre 2015) da 4808 record. I nominativi sono stati in parte estrapolati dagli Albi d’oro[1], editi dall’Istituto poligrafico dello Stato, e in parte dai fogli matricolari[2] a partire dalla classe di leva 1848 fino a quella del 1900.
È stata presa in considerazione la situazione amministrativa attuale, cioè Piacenza e i suoi 47 comuni; non sono stati considerati quei comuni già piacentini nel 1915 ma che oggi dipendono da altre province, Parma e Pavia. Sono stati invece inclusi i comuni di Bobbio, Cerignale, Cortebrugnatella, Ottone e Zerba che diventano piacentini dal 1923[3].
L’impegno per il 2018 è quello di inserire nella banca dati tutti i fogli matricolari e di “Dare un volto” ad almeno 1000 caduti piacentini.
La struttura della banca dati
Le schede pubblicate sul web sono indicizzate sul nome dei caduti, nella forma “cognome nome”. Accanto al nome a volte è possibile trovare un doppio dollaro ($$). Questa convenzione serve per individuare quei piacentini che, pur essendo giunti e poi morti in “territorio dichiarato in stato di guerra”, per varie ragioni non sono stati inseriti nell’albo d’oro. Fra questi soprattutto dispersi in combattimento o morti per malattia.
I campi testuali sono 25 mentre 5 campi sono dedicati alle immagini.
La maschera di ricerca è impostata su 6 campi: “cognome nome del caduto”; “nome del padre”; “luogo di nascita”; “reggimento/reparto di appartenenza”; “anno di nascita” e “anno di morte”. L’ultimo campo a tendina serve a selezionare solo i caduti di cui sono stati ritrovati i volti. Per questa ricerca il campo va impostato a “VERO”.
I campi immagine propongono, se presenti, il ritratto del caduto, il foglio matricolare in formato PDF e, in alcuni casi, altra documentazione sempre in formato PDF[4].
A corredo della banca dati abbiamo predisposto una pagina di aiuto che ne spiega i criteri strutturali, una per lo scioglimento delle abbreviazioni, una pagina dedicata alla bibliografia, in cui è possibile visionare e scaricare gli albi d’oro digitalizzati oltre ad alcune pubblicazioni in formato PDF, e infine una pagina di statistiche.
Le immagini
Al momento sono stati inseriti 900 ritratti e 300 fogli matricolari. La ricerca dei fogli matricolari non presenta difficoltà perché in Archivio di Stato è conservato il fondo Distretto militare di Parma e Piacenza. Per alcuni anni di leva però mancano le rubriche e in questi casi occorre consultare tutti i volumi dell’anno per trovare notizie intorno al militare e questo determina un notevole rallentamento nella raccolta dei dati.
I fogli matricolari sono stati fotografati con una macchina Canon SX30is alla risoluzione di 4320×3240 pixel con output in formato jpg. Le immagini rifilate sono compresse al 50%. Da questi file jpg, con una procedura automatica, azione di Photoshop, si ricavano i PDF per la pubblicazione sul web.
Per quel che riguarda la ricerca dei ritratti, i “volti”, è stata lanciata una campagna stampa sia su Libertà, quotidiano piacentino, sia sui portali locali di news e sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/archiviodistato.piacenza dal nome “Diamo un volto ai caduti piacentini”.
Inoltre sono nate collaborazioni con il gruppo Facebook “Piacenza in grigioverde”, con l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci – Sezione di Piacenza e con l’Associazione Amici del Liceo Respighi.
Grazie ad internet, ma ancora di più grazie al quotidiano Libertà, molti piacentini, alcuni residenti in altre province o addirittura all’estero, hanno contattato l’Archivio per inviare immagini o raccontare le vicissitudini dei loro cari. Si tratta soprattutto di nipoti che hanno appreso dai padri le storie dei nonni e hanno fatto propri questi ricordi che ancora commuovono; persone ormai anziane che custodiscono gelosamente queste immagini oppure appassionati di storia locale che frequentando cimiteri o monumenti commemorativi ricercano i “volti dei caduti”.
Oltre a questo il primo maggio 2015, in occasione di un’apertura straordinaria voluta dal MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) con una conferenza tenuta da chi scrive e dal dr. Filippo Lombardi, appassionato storico locale e amministratore del gruppo Facebook “Piacenza in grigioverde”, questa iniziativa con il titolo evocativo “Ma nel cuore nessuna croce manca[5]” è stata presentata alla cittadinanza.
Gli albi d’oro fotografici, realizzati intorno agli anni Venti e Trenta del secolo scorso per commemorare i reduci e i caduti dei vari Comuni, sono la fonte principale per il reperimento dei volti. La loro struttura è quasi sempre identica: su sfondo nero si raccolgono le foto dei militari partiti per il fronte: al centro gli eroi caduti, intorno i reduci; in alcuni casi sono presenti anche i mutilati. Un cartiglio riporta il nome del Comune e gli estremi cronologici del conflitto in numeri romani. Nella parte superiore il re Vittorio Emanuele III è rappresentato fra i generali Diaz e Cadorna. In alcuni casi in basso è presente il ritratto di Mussolini e di Carlo Delcroix. In questo caso il riquadro è racchiuso tra due fasci littori.
Le immagini dei combattenti sono solitamente corredate dal cognome, dalle iniziali del nome e a volte dall’anno di nascita. Quest’ultimo dato è molto utile perché permette di identificarli in caso di omonimia.
Al momento sono stati individuati 15 albi d’oro[6] relativi ai Comuni di Bettola, Cadeo, Castelvetro piacentino, Farini, Ferriere, Fiorenzuola d’Arda, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Lugagnano, Monticelli d’Ongina, Nibbiano, Podenzano, Travo e Vigolzone. Di questi 6 sono editi da Foto Industrie Fratelli Spinazzi di Venezia tra il 1929 e il 1931.
Ulteriori immagini di caduti sono state recuperate da pubblicazioni monografiche come l’albo d’oro degli alunni dell’Istituto Tecnico G.D. Romagnosi, scaricabile in PDF, e dalle pagine del quotidiano Libertà, che già dal 1915 aveva iniziato a stampare le foto dei caduti piacentini con un breve ricordo commemorativo.
Ragazzi. Piacentini alla guerra del ’15-’18: mostra
Mostra organizzata in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia presso l’Archivio di Stato di Piacenza dal 4 novembre 2011 al 20 febbraio 2012. Alla mostra è allegato il catalogo: Ragazzi. Piacentini alla guerra del ’15-’18: cata-logo quaderno didattico della mostra, a cura dell’archivista Anna Riva, scaricabile in formato PDF.
Oltre alla pianta della mostra, sono state pubblicate le fotografie dell’allestimento, il materiale fotografico digitalizzato e non inserito nel catalogo e le immagini di una trincea costruita a scopi didattici dal personale dell’Archivio di Stato con il supporto del 2° Reggimento Genio pontieri di Piacenza.
Per permettere ai visitatori, soprattutto agli studenti, di sperimentare gli spazi angusti, gli scoppi e i rumori assordanti che caretterizzarono la vita dei soldati in trincea è stato campionato anche un file audio che riproduce i bombardamenti. Il file MP3 è scaricabile alla pagina http://www.piacenzaprimogenita150.it/index.php?it/210/la-trincea.
Nell’Archivio di Stato di Piacenza è conservato un fondo denominato Comitati Pallastrelli, già Opere federate[7] che raggruppa documenti relativi al Commissariato o Ufficio provinciale per l’assistenza civile e la propaganda interna e al Comitato di preparazione civile di Piacenza. La documentazione del Commissariato comprendeva anche duplicati di fotografie provenienti dal Regio Esercito riguardanti la vita dei soldati italiani sui fronti alpini. Le copie sono state successivamente spostate nelle buste 15 e 16 della raccolta iconografica denominata Miscellanea fotografica.
Gli originali sono conservati negli album fotografici del Museo Centrale del Risorgimento, ora digitalizzati e disponibili su http://www.14-18.it.
Nel sito www.piacenzaprimogenita150.it sono descritte le 315 foto del fondo Miscellanea fotografica mentre le immagini degli originali sono consultabili al sito http://www.14-18.it[8].
Nella sezione così denominata si può trovare materiale eterogeneo ma di grande interesse:
– La mobilitazione piacentina nei conteggi del Distretto Militare (1915-1919), saggio di Gian Paolo Bulla, direttore dell’Archivio di Stato. Si tratta di una disamina puntuale e approfondita del numero di piacentini mobilitati suddivisi per anni e per reggimenti dedotto dalla consultazione del volume 0336 “Memorie storiche A1” conservato a Roma presso l’Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Da questi documenti i militari mobilitati appartenenti alle classi dal 1874 al 1900 risultano solo 35.000 ma, esaminando una serie di tabelle e confrontando questi dati con altre statistiche, Bulla ipotizza che i mobilitati piacentini possano essere circa 64.000.
– Maledetta questa guerra sono delle rovina famiglie. Video in formato .flv di 12 MB in cui i ragazzi della classe I Scientifico A del Liceo Melchiorre Gioia di Piacenza leggono le lettere dal fronte da loro studiate nel laboratorio omonimo di scrittura creativa svolto nell’anno scolastico 2013-2014.
– I tramvieri piacentini ai loro caduti: Il recupero della lapide. Documentazione fotografica del recupero di una lapide commemorativa che l’Archivio di Stato si è impegnato a tutelare viste le precarie condizioni di conservazione. L’opera, in bronzo con uno scatolare di 83×130 cm, appartiene all’autore Ugo Rancati e fu realizzata dopo il 1918.
– Piacenza e la Guerra ’15-’18. Atti del convegno organizzato dal Comitato di Piacenza dell’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano e dalla Banca di Piacenza, tenutosi a Piacenza il 25 ottobre 2014. Nella pagina sono presenti gli abstract degli interventi ed è possibile scaricare il volume completo in formato PDF.
– Monumenti ai caduti piacentini. In questa sezione è possibile scaricare in formato PDF il volume La Grande Guerra. Monumenti e testimonianze nelle province di Parma e Piacenza, realizzato dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza. A questo si aggiungono una serie di immagini di progetti realizzati intorno agli anni ’30 per il Famedio dei caduti del Cimitero monumentale di Piacenza conservate nel fondo Mappe, stampe e disegni. Il secondo contributo è il risultato di un laboratorio frequentato dagli alunni della 2. A della Scuola Media di Alseno che ha portato ad alcuni elaborati multimediali sui monumenti ai caduti del comune di Alseno e delle frazioni.
– Sitografia. In questa pagina sono elencati e illustrati alcuni siti di interesse nazionale consultati per la creazione della sezione dedicata alla Prima Guerra Mondiale.
Didascalie
Nota generale: tutte le immagini sono inserite nel data base Diamo un volto ai caduti piacentini.
Agenda di Guerra 1917 di Prospero Verani, Piacenza, Famiglia Manfredi
Gli eroi caduti per la patria ed i reduci: Comune di Gossolengo, 1915-1918
Gruppo d’onore eroi caduti e reduci di Gragnano Trebbiense: 1915-1918, Venezia, Foto industrie fratelli Spinazzi, a. IX, 1931
Ugo Rancati, I tramvieri piacentini ai loro caduti (post 1918)
Volti di alcuni caduti della Grande Guerra originari di Piacenza e provincia
Rassegna di “Albi d’oro” relativi ai caduti, ai reduci e a volte anche ai mutilati della Grande Guerra di alcuni comuni della provincia di Piacenza
[1] Militari caduti nella guerra nazionale 1915-1918. Albo d’oro, v. 8: Emilia: provincie di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1930. Per Bobbio si è consultato della stessa opera il v. 12 e cioè: Lombardia: provincie di Como, Cremona e Pavia, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1932.
[2] Per un’analisi dettagliata dei fogli matricolari, della loro divisione in categorie ecc. si rimanda a: Simone Gibertini, I Registri e Ruoli matricolari dei Distretti militari di Piacenza e Parma, in: Dal foglio alla trincea. Soldati parmensi alla Grande Guerra, Parma, 2015, pp. 50-66.
[3] Per approfondire la situazione amministrativa piacentina dal 1801 ad oggi si veda http://www.piacenzaprimogenita150.it/index.php?it/171/approfondimenti.
[4] Per evitare duplicazioni in alcuni casi nel campo “documenti allegati” abbiamo inserito il link al sito “www.14-18.it dove sono presenti le schede di alcuni caduti piacentini.
[5] Il titolo si ispira ad Ungaretti, San Martino del Carso.
[6] Per i Comuni di Gropparello e Rivergaro non sono stati realizzati albi d’oro ma opuscoli “Ad memoriam” con caratteristiche simili.
[7] Il Commissariato rappresentava la sezione di Piacenza dell’omonimo Commissariato generale di Roma, costituito nel novembre 1917, subito dopo Caporetto. Si occupava di assistenza, di propaganda e di vigilanza su eventuale attività disfattiste. Il Comitato di preparazione civile di Piacenza, sorto poco dopo l’entrata in guerra dell’Italia, era, probabilmente, il più importante tra i tanti organismi formatisi spontaneamente per sostenere il paese in guerra.
[8] L’Archivio ha però digitalizzato circa 60 fotografie non individuate nel sito ufficiale perché o prive di numero identificativo, o di descrizione, o di soggetto non identificabile.