Proponiamo, in questa sezione, tre articoli rispettivamente dedicati alla testimonianza letteraria di Maria Eisenstein, ebrea viennese internata nel campo di Lanciano dal luglio al dicembre del 1943; alla mostra sulla liberazione dei campi di concentramento e di sterminio nazisti ospitata presso il Complesso del Vittoriano dal gennaio al marzo 2015 e al conferimento, avvenuto il 23 marzo 2015, della laurea honoris causa in Scienze della Formazione Primaria a ciclo unico a Piero Terracina: ebreo romano espulso dalla scuola nel 1938 e deportato, nel 1944, ad Auschwitz Birkenau.
Nel loro insieme, questi testi costituiscono alcuni dei possibili “itinerari nella memoria della Shoah”, poiché ben rappresentano il percorso compiuto in Italia fino a giungere alla cosiddetta era del testimone; si passa, infatti, dalla poca fortuna di pubblico della prima edizione del volume di Eisentein – che avrebbe turbato il sollievo collettivo che andava diffondendosi con la ricostruzione nel secondo dopoguerra – ad un nuova era, caratterizzata dalla presenza della memoria della Shoah nello spazio e nel dibattito pubblico.
Le considerazioni sulla nuova edizione del volume di Eistentein, sulla mostra e sul riconoscimento istituzionale a Terracina divengono lo specchio di un’epoca contraddittoria: l’epoca di una riflessione storiografica attenta e puntuale; l’epoca dei musei, dei memoriali e della legittimazione sociale dei testimoni; l’epoca delle semplificazioni eccessive denunciata dall’Università degli Studi del Molise, che durante la cerimonia in onore di Piero Terracina ha aperto lo spazio pubblico della memoria alla conoscenza, al rispetto e alla consapevolezza, dimostrando l’esistenza di una via alternativa alla banalizzazione e alla retorica