La stampa, il web e i 60 anni dei Trattati di Roma

 

“Fatti gli europei è ora necessario

fare l’Europa”.

Sergio Mattarella nel suo discorso alla Camera dei deputati il 22 marzo 2017

 

Il Sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, celebrato a Roma il 25 marzo 2017, è stata un’occasione di bilanci e valutazioni, in uno dei momenti più faticosi della storia dell’Unione europea.

Molti gli argomenti di riflessione: 60 anni di Unione, hanno assicurato pace, benessere e prosperità all’Europa, anche se nel tempo presente sembrano prevalere le contraddizioni e le incertezze di un’UE troppo spesso ostile all’accoglienza di popolazioni in fuga da fame, guerra e morte; l’UE dei muri, dei nazionalismi, dell’amata-odiata moneta unica, della Brexit.

Alla ricorrenza e alle relative commemorazioni i media hanno dedicato un’attenzione variegata, oltre che sulla carta stampata, anche sulle pagine dei loro siti web[1]. “la Repubblica”, a partire dal 17 marzo, ha dato maggiore spazio all’evento, fino al 26 marzo con un editoriale conclusivo di Eugenio Scalfari[2]. Il “Corriere della sera” ha dedicato alla ricorrenza diversi contributi tra il 13 e il 26 marzo[3], mentre “Il Sole 24 ore” tra le altre risorse ha messo a disposizione un dossier di 13 articoli[4].

Tra i temi trattati i siti dei quotidiani si sono ampiamente soffermati sulle imponenti misure di sicurezza attuate per fronteggiare la presenza nella Capitale di un elevato numero di leader politici e sulle diverse manifestazioni previste in concomitanza con l’evento, sulle forze dell’ordine schierate, sui divieti, sul rafforzamento delle misure di sicurezza anche a seguito dell’attacco terroristico di Londra avvenuto il 22 marzo 2017[5].

Un aspetto delicato e trattato dalla stampa è stato il tanto dibattuto tema di “un’Europa a due velocità”[6] culminato nel compromesso raggiunto dai 27 paesi sulla firma della Dichiarazione di Roma da parte di tutti i capi di Stato e di Governo, con la storica assenza di Theresa May. Compromesso il cui testo, secondo il corrispondente Alberto D’Argenio, per ottenere l’obiettivo “è stato annacquato quasi fino a svuotarlo. Troppe le divisioni che i governi per un giorno tenteranno di mascherare in una Roma blindata per il rischio manifestazioni e attentati”. Nel testo di una pagina e mezza si afferma che l’Unione è indivisibile, ma che ci possono essere diverse ‘intensità’ di integrazione sempre seguendo le regole dei trattati, dunque senza escludere nessuno e lasciando sempre le porte aperte a chi volesse raggiungere gli altri. Si tratta di un impegno a non creare un’Europa di seria A e una di serie B, come temuto dalle capitali dell’Est.

Due, secondo D’Argenio le faglie che separano gli europei: quella classica Nord-Sud, con la questione Grecia e quella tra Est ed Ovest, che vede l’imprevedibile fronte orientale, capeggiato dalla Polonia, contrario a ulteriori cessioni di sovranità a Bruxelles e alla possibilità che, nel nome dell’Europa a più velocità, chi vuole vada avanti nell’integrazione su alcune materie specifiche sul modello di euro e adesione a Schengen[7].

Le celebrazioni si sono aperte il 22 marzo 2017 con la presenza del presidente Mattarella alla seduta solenne della Camera dei Deputati. Un approfondito spazio è stato dedicato al suo discorso dai siti dei quotidiani presi in esame, dove agli articoli di analisi si alternano spezzoni video del suo intervento.

Il “Corriere della Sera” si è soffermato molto anche sulle reazioni della politica italiana rispetto all’evento, evidenziando il boicottaggio della Lega, che, fatta eccezione per Umberto Bossi, nel momento di cui il Presidente teneva il suo discorso, effettuava un sit-in di protesta in piazza Montecitorio[8]. “la Repubblica” ha messo in luce il senso costruttivo del discorso di Mattarella contro l’allarme, più volte sottolineato dalle sue parole, del rischio disgregazione con evidente riferimento al Regno Unito: “Nessun ritorno alle sovranità nazionali potrà garantire ai cittadini europei pace, sicurezza, benessere e prosperità perché nessun Paese europeo, da solo, potrà mai affacciarsi sulla scena internazionale con la pretesa di influire sugli eventi, considerate le proprie dimensioni e la scala dei problemi. Oggi, come sessanta anni fa, abbiamo bisogno dell’Europa unita”[9]. “Il Sole 24 ore” ha evidenziato le parole di Mattarella sull’Italia “motore traente” dell’integrazione e sul ruolo dell’euro, definito uno dei “traguardi di cui gli stessi padri fondatori sarebbero fieri”[10].

Il 24 marzo 2017 i 27 leader hanno incontrato papa Francesco presso la sala regia del Palazzo apostolico, le testate hanno dato spazio all’avvenimento pubblicando immagini ed estratti del discorso del pontefice incentrato su cinque pilastri: la centralità dell’uomo, la solidarietà fattiva, l’apertura al mondo, il perseguimento della pace e dello sviluppo, l’apertura al futuro. La crisi rappresenta, secondo il Pontefice, un tempo di discernimento che invita a vagliare l’essenziale e a costruire su di esso[11].

I quotidiani esaminati hanno dato spazio alla riflessione di Francesco sull’età dell’Unione: “l’Unione Europea ha 60 anni, l’età ‘della piena maturità’. Un’età cruciale nella quale ancora una volta si è chiamati a mettersi in discussione. Anche l’Unione Europea è chiamata oggi a mettersi in discussione, a curare gli inevitabili acciacchi che vengono con gli anni e a trovare percorsi nuovi per proseguire il proprio cammino. A differenza però di un essere umano di sessant’anni, l’Unione Europea non ha davanti a sé un’inevitabile vecchiaia, ma la possibilità di una nuova giovinezza” ha detto il Papa sottolineando che “il suo successo dipenderà dalla volontà di lavorare ancora una volta insieme e dalla voglia di scommettere sul futuro”. E poi l’appello “A Voi, in quanto leader ‒ ha sottolineato Francesco ‒ spetterà discernere la via di un ‘nuovo umanesimo europeo’, fatto di ideali e concretezza. Ciò significa non avere paura di assumere decisioni efficaci, in grado di rispondere ai problemi reali delle persone e di resistere alla prova del tempo”[12].

Sui siti web è stato possibile seguire la cronaca degli avvenimenti del 25 marzo in tempo reale, anche attraverso Twitter. Durante la giornata si sono svolti quattro grandi cortei. Destava maggior preoccupazione quello antagonista degli Euro-stop, era il corteo a più alto rischio di infiltrazione di gruppi antagonisti violenti. Ma a parte qualche momento di tensione non si sono registrati incidenti. Sono stati schierati 5000 uomini delle forze dell’ordine in campo Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza[13].

I 27 leader dei paesi membri hanno firmato la Dichiarazione di Roma, compresa la Grecia e le sue titubanze, sottoscrivendo il loro impegno per un’Europa sicura, un’Europa prospera e sostenibile, un’Europa sociale, un’Europa più forte sulla scena mondiale (“L’unità europea è iniziata come il sogno di pochi ed è diventata la speranza di molti”)[14].

I 60 anni dei Trattati di Roma hanno anche offerto l’occasione di riflettere sul senso della storia e della memoria, di ripercorrere le vicende travagliate dell’Europa del Secondo dopoguerra, di ricordare l’importanza e il ruolo dei padri fondatori, abbondantemente menzionati nei discorsi ufficiali dei leader politici, nel corso delle celebrazioni ufficiali[15].

Anche Eugenio Scalfari nel suo editoriale del 26 marzo cita i discorsi di De Gasperi del 1947 e del 1954 (“in quest’ultimo era contenuto un vero e proprio programma che portasse l’Europa ad uno stadio di stato federale”) e compie un excursus storico sul Vecchio Continente, sul suo ruolo di culla della civiltà occidentale, sull’Italia “sempre vittima e mai protagonista” perché non esisteva come nazione e sede del cristianesimo, del Vaticano e del Papato. Fa riferimento all’attenzione di Papa Francesco all’unità dell’Europa e sostiene che essa deve assumere urgentemente dimensioni continentali per avere un peso nella società globale e trarne vantaggi (tecnologici ed economici) e non esserne stritolata.

Quattro, a suo avviso le cause di arretramento dell’Unione oggi: la nascita della società globale (“la libertà che ci consente nel libero movimento dei capitali, nelle crescenti dislocazioni delle imprese, il libero confronto delle varie monete e la nascita di ceti medi, prima del tutto inesistenti in paesi come la Cina, l’Africa, o la montagna di isole sparse nell’Oceano indiano e nel Pacifico centrale”); la posizione insistente delle migrazioni verso l’Europa, da Est, Sud Est, Sud mediterraneo; la nascita di movimenti e partiti populisti, antieuropei e anti-euro, le cui dimensioni sono favorite dall’arrivo di Donald Trump alla presidenza degli Usa; la guerra in Siria, la guerra connessa dell’Isis e le sue dimensioni  mondiali.

Sono questi, secondo Scalfari, i malanni che in Europa hanno prodotto effetti negativi, accentuando la rivalità ed erigendo confini materiali oltre che politici tra vari paesi (soprattutto tra quelli che non condividono la moneta comune). Notevoli e importantissimi sono gli impegni contenuti nella Dichiarazione di Roma firmata da tutti i 27 paesi, è urgente per il futuro della sopravvivenza dell’Unione che essi vengano attuati subito[16].

Uno sguardo cautamente ottimista è anche quello di Adriana Cerretelli nel suo editoriale su “Il Sole 24 ore” in cui afferma che il 60° compleanno dell’Europa “dovrebbe” farle cambiare faccia e restituirle fiducia in se stessa e futuro. “Sessant’anni dopo la nascita, l’Europa resta una necessità irrinunciabile, un imperativo esistenziale: senza, sarebbe impossibile nel mondo globale difenderne civiltà, valori e modello di società e di sviluppo. Già oggi è un’estrema fatica. Se non ci fosse e non costituisse un patrimonio grande e prezioso, bisognerebbe comunque inventarla”. La dichiarazione di Roma – secondo Cerretelli – non è né esaltante né rivoluzionaria, non risolve, come sarebbe necessario fare, i problemi, “ma se servirà a rimettere a poco a poco in circolo la perduta fiducia intra-europea aprendo davvero nuovi cantieri di integrazione, non sarà stata un esercizio inutile ma la prima pietra della nuova Europa”[17].

 

 

 

[1] Si è scelto di esaminare in questo contributo lo spazio dedicato alla ricorrenza nel mese di marzo 2017 dai siti web dei quotidiani “la Repubblica”, “Corriere della sera” e “Il Sole 24 ore”.

[2] http://www.repubblica.it/argomenti/Trattati_di_Roma.

[3] http://sitesearch.corriere.it/siteSearchEngine.action#.

[4] http://www.ilsole24ore.com/dossier/notizie/2017/trattati-roma/index.shtml.

[5] Si citano, fra gli altri i seguenti articoli: Roma, due zone di massima sicurezza per l’anniversario dei Trattati, in “la Repubblica”, 17 marzo 2017:http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/03/17/news/roma_due_zone_di_massima_sicurezza_per_l_anniversario_dei_trattati-160766752/ e Trattati, il Viminale: «Rafforzati i controlli sulle aree più affollate», “Corriere della sera”, 23 marzo 2017: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_marzo_23/trattati-viminale-rafforzati-controlli-aree-piu-affollate-fdab6bec-0fb5-11e7-94ba-5a39820e37a4.shtml.

[6] Interessante su questo argomento il commento di Tony Barber, Il paradosso dei bambini e l’Europa a due velocità, del 13 marzo 2017: http://www.corriere.it/economia/leconomia/17_marzo_13/paradosso-bambini-74853082-07d1-11e7-b69d-139aae957b51.shtml.

 

[7] Alberto D’Argenio, Ue, trovato compromesso su Dichiarazione di Roma: firmeranno tutti i 27 paesi,  in “la Repubblica”, 17 marzo 2017: http://www.repubblica.it/esteri/2017/03/21/news/bruxelles_trovato_compromesso_su_trattati_di_roma-161057549/.

 

[8] Paolo Decrestina, 60 anni di Europa. Trattati di Roma, la Lega diserta le celebrazioni, presente solo Bossi. Mattarella: all’Europa serve coraggio, in “Corriere della sera”, 22 marzo 2017. Nell’articolo viene anche riportata la posizione di Salvini che, con un post su Facebook ha appoggiato la scelta dei parlamentari leghisti.

[9] Umberto Rosso, Mattarella: “Europa incerta e ripiegata, serve coraggio”, “la Repubblica”, 22 marzo 2017: http://www.repubblica.it/politica/2017/03/22/news/mattarella_no_alla_disgregazione_dell_europa_da_soli_non_si_va_lontano-161110877/.

[10] Nicoletta Cottone, Trattati di Roma, Mattarella: «L’Italia fu motore traente». La Lega diserta, “Il Sole 24 ore”, 22 marzo 2017: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-03-22/trattati-roma-mattarella-l-italia-fu-motore-traente-115505.shtml?uuid=AEqvwGr.

[11] Gian Guido Vecchi, Il papa ai 28 capi di governo UE “Populismo figlio dell’egoismo”, “Corriere della sera”, 24 marzo 2017: http://www.corriere.it/cronache/17_marzo_24/papa-27-capi-governo-ue-populismo-figlio-dell-egoismo-2b88be8e-10b5-11e7-8dd1-8f54527580f3.shtml.

[12] Laura di Pillo, Papa: l’UE affronti le sfide di oggi. Populismo nasce da egoismo, solidarietà da antidoto, “Il Sole 24 ore”, 24 marzo 2017, http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-03-24/il-papa-trattati-roma-non-viaggio-memoria-affrontare-sfide-oggi-175531.shtml?uuid=AEDlass. E anche Andrea Gualtieri, Papa ai leader UE: “Non si pieghino ideali fondativi alle necessità economiche”, “la Repubblica”, 24 marzo 2017,

http://www.repubblica.it/vaticano/2017/03/24/news/il_papa_ai_leader_ue_non_si_pieghino_ideali_fondativi_alle_necessita_economiche_-161315187/.

[13] Nicoletta Cottone; Andrea Gagliardi, Trattati di Roma, la giornata raccontata con i tweet, “Il Sole 24 ore”, 25 marzo 2017, http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-03-25/trattati-roma-giornata-raccontata-i-tweet-4217.shtml?uuid=AEsOect.

[14] Sessant’anni dai Trattati di Roma: il testo integrale della Dichiarazione di Roma, si trova ne “Il Sole 24 ore”, 25 marzo 2017: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2017-03-25/sessant-anni-trattati-roma-il-testo-integrale-dichiarazione-roma-105720.shtml?uuid=AEFYkTt.

[15] Queste le parole di Gentiloni: “Oggi celebriamo la tenacia e l’intelligenza dei padri fondatori. E la conferma che fu la scelta giusta la dà il colpo d’occhio di questa sala. Da 6 siamo diventati 27 […] Non sfuggo al confronto tra la mia generazione e quella dei firmatari. Noi abbiamo vissuto 60 anni in pace e libertà e lo dobbiamo al loro coraggio”. Poi attraverso un rapido excursus di eventi, come la caduta del muro di Berlino, la crisi nei paesi baltici e il terrorismo, ha concluso: “purtroppo ci siamo fermati e nel Regno Unito c’è stata una crisi di rigetto. Il vero messaggio che dobbiamo dare è che abbiamo imparato la lezione e che l’Unione sceglie di ripartire perché sappiamo imparare dai nostri sbagli. Lunga vita alla nostra Unione europea”. Clarida Salvatori, Trattati di Roma, Gentiloni: “Qui si scelse il bene contro il male”, “Il Corriere della sera”, 25 marzo 2017: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_marzo_25/trattati-roma-l-arrivo-capi-stato-campidoglio-04b15488-1137-11e7-8518-37eb22c51aa5.shtml.

[16] “Renderemo l’Unione europea più forte e più resistente, attraverso l’unità e una solidarietà ancora maggiori tra di noi e nel rispetto di regole comuni. L’unità è sia una necessità che una nostra libera scelta. Agendo singolarmente saremmo tagliati fuori dalle dinamiche mondiali. Restare uniti è la migliore opportunità che abbiamo di influenzarle e di difendere i nostri interessi e valori comuni. Agiremo congiuntamente, a ritmi e con intensità diversi se necessario, ma sempre procedendo nella stessa direzione”, per questa e la rimanente parte citata: Eugenio Scalfari, Ora la UE deve sbrigarsi: diventi uno Stato o tutto crolla, “la Repubblica”, 26 marzo 2017,

http://www.repubblica.it/politica/2017/03/26/news/ora_la_ue_deve_sbrigarsi_diventi_uno_stato_o_tutto_crolla-161421551/.

[17] Adriana Cerretelli, Ue, necessità irrinunciabile e futuro da reinventare, “Il Sole 24 ore”, 24 marzo 2017, http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-03-23/unione-necessaria-e-reinventare-223717.shtml?uuid=AEE16Nr.

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    By: Maria Chiara Bernardini

    Maria Chiara Bernardini è laureata in Archivistica presso la facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università della Tuscia di Viterbo, dopo aver conseguito due specializzazioni ha svolto per diverso tempo l’attività di archivista, collaborando con enti pubblici e privati. Ha in seguito conseguito il Dottorato di Ricerca in “Società, istituzioni e sistemi politici europei (XIX-XX secolo)” – XIX ciclo, presso lo stesso ateneo viterbese. Studiosa del periodo fascista, ha esaminato nello specifico il rapporto centro-periferia durante il regime, con particolare attenzione alla classe dirigente e alla complessità dei problemi relativi al rapporto tra storia nazionale e storia locale. Attualmente è docente di Lettere nella scuola secondaria di primo grado e cultrice della materia presso il dipartimento Disucom dell’Università della Tuscia di Viterbo. Ha collaborato al Dizionario biografico Il Consiglio di Stato nella Storia d’Italia, a cura di Guido Melis, (Giuffrè 2006) e ha pubblicato La classe dirigente negli anni del fascismo. Il caso viterbese (Sette Città, 2008)

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    Introduzione
    Dalle trincee alle retrovie.
    Recensione: L. Boccalatte (a cura di). Guido Quazza. L’archivio e la biblioteca come autobiografia

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