Quante storie nella storia. Settimana della didattica in archivio

Nel 2002, a Bologna nei locali della Soprintendenza per l’Emilia Romagna, alcuni soci ANAI, sostenuti dall’allora Soprintendente Euride Fregni, hanno lanciato l’idea di mostrare al grande pubblico quante e quali iniziative alcuni archivi pubblici della regione realizzassero in collaborazione con le scuole e questo per invogliare Enti e Istituzioni e Scuole a valorizzare il patrimonio documentario presente sul territorio.

La formula migliore è parsa l’individuazione di una “Settimana” da dedicare alla didattica, durante la quale far circolare un invito contenente tutte le iniziative in corso con l’intento di palesare, con un unico dépliant, la ricchezza delle proposte.

Nel corso della Settimana gli archivi storici avrebbero presentato le attività svolte nel corso dell’anno ma anche i progetti per l’immediato futuro per sottolineare la proficua sinergia tra archivi e scuola. E’ nata così l’iniziativa Quante storie nella storia. Settimana della didattica in archivio, appunto, che giunge quest’anno alla sua decima edizione.

Il progetto ha avuto successo e ogni anno nuovi archivi e nuove realtà hanno chiesto di entrare a far parte della Settimana. Promossa anche grazie alla collaborazione di SAER (Soprintendenza Archivistica per l’Emilia Romagna) e dall’IBC (Istituto per i beni artistici culturali e naturali – Soprintendenza per i beni librari e documentari Regione Emilia Romagna), degli Archivi di Stato e delle Province dell’Emilia Romagna, ha ampliato il proprio raggio di azione coinvolgendo un numero sempre maggiore di  istituti che offrono al mondo della scuola, a gruppi di interesse, ad associazioni culturali e non, a singoli cittadini, un variegato ventaglio di attività culturali: visite guidate, percorsi tematici, presentazioni dei lavori svolti dagli studenti nel corso dell’anno scolastico, incontri con i docenti, letture animate e mostre documentarie e, ultima solo  nell’elenco, la storia in rete attraverso un corretto uso di Internet e di prodotti multimediali.

La ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia ha suggerito, quest’anno, a molti tra i partecipanti, di incentrare la propria attività su aspetti relativi alla storia risorgimentale e post-unitaria, su monumenti ad essa dedicati e sull’analisi di aspetti particolarmente importanti per la realizzazione dell’Italia Unita: dal tricolore all’unità amministrativa, dalla toponomastica ai protagonisti del Risorgimento. Non sono mancati, tuttavia, percorsi, attività, conferenze e laboratori relativi a temi ed aspetti della vita medievale e moderna che, come di consueto, sono richiesti dagli insegnanti che intendono inserire l’attività da svolgere in archivio all’interno dei programmi ministeriali. Quest’anno, è il caso di ribadirlo, si segnalano interessanti collegamenti tra le carte studiate in archivio e l’utilizzo di internet al fine di offrire la possibilità di scrivere “per la rete” e consultare gli esiti dei percorsi di ricerca effettuati e delle iniziative attivate.

Naturalmente le manifestazioni da presentare nel corso della Settimana richiedono un grande impegno da parte di tutti gli enti partecipanti perché solo grazie alla capacità degli operatori di coinvolgere i cittadini in una specifica attività a contatto con le fonti archivistiche è possibile raggiungere il risultato che l’iniziativa si propone: valorizzare il patrimonio archivistico.

Questa decima edizione è stata condivisa da 50 “archivi” come si può evincere  dal programma sul portale regionale IBC Archivi all’indirizzo http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms e sul sito della Soprintendenza Archivistica per  l’Emilia-Romagna all’indirizzo http://www.sa-ero.archivi.beniculturali.it, ognuno con modalità differenti, il più delle volte frutto di grande esperienza e impegno.

Quest’anno, inoltre, la Commissione didattica ANAI Emilia Romagna, ha ritenuto utile organizzare un seminario su temi molto dibattuti e non ancora sufficientemente investigati: Didattica e archivi sul web. Il seminario, rivolto essenzialmente agli archivisti che si occupano di didattica in archivio, è stato organizzato da ANAI Emilia Romagna, da SAER (Soprintendenza Archivistica per l’Emilia Romagna) e dall’IBC (Istituto per i beni artistici culturali e naturali – Soprintendenza per i beni librari e documentari Regione Emilia Romagna) e si è tenuto a Bologna, giovedì 5 maggio 2011, presso la Biblioteca d’Arte e di Storia San Giorgio in  Poggiale.

Il web offre molteplici opportunità per sviluppare una didattica della storia e degli archivi basata su “laboratori didattici virtuali” e sulla divulgazione dei risultati delle attività didattiche svolte anche in forma tradizionale. Il seminario proponeva, quindi, di discutere di problemi metodologici teorico-pratici connessi e presentare esperienze già realizzate.

In quella sede Isabella Zanni Rosiello (Consigliere IBC – Regione Emilia-Romagna) dall’alto della sua esperienza e capacità di mettere a fuoco problemi di grande importanza ha saputo stimolare la discussione ed ha provocatoriamente posto domande che hanno messo in luce anche alcune criticità. La dott.ssa  Zanni ha quindi coordinato gli interventi della mattina nel corso della quale Antonio Brusa (Università di Bari) ha esposto il proprio punto di vista sull’Insegnamento della storia e Web. Alla ricerca di buone pratiche, mettendo in luce anche i problemi che si trova ad affrontare il docente. Il Soprintendente archivistico per l’Emilia Romagna, Stefano Vitali con la relazione Fare didattica con gli archivi storici digitali sul web ha parlato dell’uso del web per la didattica degli e con archivi e documenti, presentando il panorama italiano, cosa si fa all’estero, gli strumenti, le metodologie e i problemi. Ha, inoltre, caldeggiato l’uso del web adducendo importanti motivazioni quali l’addestramento ad abilità generali di ricerca ed utilizzo di strumenti digitali che permettono di aggiungere alla trasmissione di elementi basilari di metodo storico – valutare le fonti e pensare criticamente – quella di educare ad applicare questo metodo al mondo dei nuovi media e di Internet in particolare.  Ciò comporta una ricezione non passiva di quanto si trova sul web ma un richiamo a riflettere sulle caratteristiche peculiari della documentazione digitale e del web. Luisa Finocchi (Fondazione Mondadori) ha presentato una esperienza di grande interesse messa i  atto da una importante casa editrice: Dagli archivi dei mestieri del libro alla promozione della lettura.

Nel pomeriggio, dedicato alle esperienze in regione, ha coordinato i lavori Maria Letizia Bongiovanni (Presidente ANAI- Sezione Emilia-Romagna) esperta di archivi e didattica per aver svolto per anni attività con le scuole e con gli archivi delle scuole. Sono quindi intervenuti: Franca Baldelli (Archivio Storico del Comune di Modena) che ha presentato l’ultimo “investimento” dell’Archivio del Comune di Modena Il manuale in rete, in linea con le direttive ministeriali che esortano la scuola e gli istituti culturali partner, ad educare i giovani all’uso corretto e critico della rete. Maria Grazia Bollini (Biblioteca comunale dell’Archiginnasio) che ha esposto l’importante lavoro portato avanti dalla prestigiosa biblioteca bolognese nell’ottica di facilitare la fruizione del materiale conservato i Fondi nel Web. Un nuovo strumento per esplorare i fondi speciali della Biblioteca dell’Archiginnasio. Anna Riva (Archivio di Stato di Piacenza) ha, invece, presentato l’esperienza pluriennale dell’Archivio di Stato di Piacenza, sottolineando, del percorso, le modalità che hanno portato a risultati soddisfacenti per l’Istituto e l’utenza.

Il seminario ha avuto un ragguardevole successo e l’inaspettata presenza soprattutto di archivisti ha confermato l’esigenza della categoria di continuare in una attività complessa e, solo apparentemente, non propriamente archivistica.

Sullo sfondo era evidente il vivacissimo dibattito sulla fisionomia e l’identità professionale dell’archivista che non si riconosce più semplice schedatore e conservatore delle carte da custodire1.

L’emergere del tema della didattica negli archivi italiani, rivolto esplicitamente al modo della scuola  con intento informativo-educativo, risale, infatti, alla fine degli anni ’70 del ‘9002, tuttavia alla spontaneità sperimentale, generosa e disorganica della prima fase dell’attività didattica, è seguita una inevitabile riflessione sulla reale possibilità e utilità dell’archivio di uscire dalle consuete funzioni. Ne sono scaturiti molti interrogativi, alcune indicazioni, modelli di lavoro e l’avvertimento a non sottovalutare i rischi3 e i pericoli delle nuove strategie ma anche l’esigenza, indispensabile, di pensare a quale didattica proporre, a chi affidare lo svolgimento dell’attività, oltre che l’organizzazione e l’individuazione del materiale su cui lavorare.

Su tutto questo il gruppo didattica ANAI Emilia Romagna ha discusso in questi anni, e ha, in più occasioni, proposto a conclusione della Settimana, incontri con i partecipanti per mettere a fuoco e a frutto l’esperienza condivisa.

Quest’anno, in particolare, per mettere in luce le differenze, le opportunità, le prerogative delle diverse esperienze ha organizzato per i partecipanti alla Settimana una giornata di formazione arricchita dall’offerta di alcuni incontri operativi presso gli archivi che da tempo svolgono attività particolari con un discreto successo di pubblico: Seminari formativi per l’ideazione, gestione e promozione dell’offerta didattica a cura di ANAI sezione Emilia-Romagna, della Soprintendenza archivistica per l’Emilia-Romagna e dell’IBC (Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna) in collaborazione con gli Archivi di Stato di Bologna e Piacenza, gli Archivi storici comunali di Castrocaro Terme e Terra del Sole, Imola, Modena e la Provincia di Bologna, che hanno organizzato un’iniziativa volta a fornire elementi teorico-pratici per l’organizzazione, la gestione e la promozione di attività didattiche in archivio.

Con questa proposta il Comitato scientifico-organizzativo di Quante storie nella Storia. Settimana della didattica in archivio ha intenso rispondere alle esigenze formative emerse a più riprese dagli incontri con gli enti partecipanti alla suddetta manifestazione: i seminari, gratuiti, erano rivolti, infatti, agli archivisti di tali enti nonché agli operatori degli enti locali (Comuni e Province) che a vario titolo ne gestiscono gli archivi.

Nella giornata introduttiva l’apertura dei lavori è stata affidata a M.Letizia Bongiovanni (ANAI – Sezione Emilia-Romagna), a seguire Mario Calidoni (già Ispettore tecnico MIUR) ha trattato di un possibile Dialogo tra autonomie, scuola e istituzioni culturali sul territorio; imparare a scrivere a partire dall’Archivio; Paola Mita (Archivio storico comunale di Imola) di Come attivare un’iniziativa didattica; Franca Baldelli (Archivio storico comunale di Modena) della Strutturazione dell’offerta didattica; Antonella Casella (Responsabile Unità Organizzativa Formazione della Provincia di Bologna) della Gestione dell’aula; Valeria Cicala – Ufficio stampa IBC  delle [Le] strategie promozionali

Nel corso della parte operativa, in Archivio storico comunale di Imola, Simona Dall’Ara ha presentato Come costruire una visita all’archivio (sul modello della proposta “Visita all’archivio: la memoria di carta” (cfr. il link:http://archiviostorico.comune.imola.bo.it/documenti/8744/96/118) e un percorso tematico tra le carte dal titolo “1938-1945: ebrei a Imola”, scaturito dal laboratorio di didattica del 2006. Per l’Archivio di Stato di Bologna Diana Tura e Massimo Di Giansante hanno presentato Le fonti d’archivio come risorsa didattica, tipologia e tematica dei percorsi didattici dell’Archivio di Stato di Bologna. In Archivio storico comunale di Modena Franca Baldelli, coadiuvata dai tutor d’archivio, ha lavorato sulle fasi del Laboratorio in archivio dal titolo C’era una volta il re… mettendo in luce le strategie e la metodologia in uso a Modena dove, partendo dall’osservazione del quotidiano, attivando motivazioni di trascinamento, si passa allo studio dei documenti. L’Archivio storico comunale di Castrocaro Terme e Terra del Sole, docente Paola Zambonelli, ha presentato Giovediamoci in archivio. Visita guidata all’archivio storico con presentazione dei fondi ed approfondimenti sulla conservazione ed i vari tipi di carta. L’attività prevedeva la compilazione della scheda “dentro l’archivio storico” ed è stata verificata attraverso il gioco sensoriale Moscacieca fra le carte e Caccia al tesoro itinerante fra Archivio Storico e Palazzo Pretorio.

Il “cambiamento” che viene richiesto agli archivisti che affrontano la “didattica in archivio” è forte e ovviamente non può far nascere in nessuno di noi il desiderio di cambiare dall’oggi al domani, ma richiede la collaborazione e la costituzione di gruppi di ricerca e di cooperazione didattica che rendano possibile l’introduzione di queste innovazioni, o comunque l’ammodernamento dell’attività dell’archivista di pari passo con quello dell’insegnamento delle discipline scolastiche. L’attività che offre l’archivio attraverso l’uso diretto delle fonti documentarie “è volta a far conoscere ai giovani il nostro presente e dar loro la possibilità di diventare ‘uomini di cultura’ perché come ‘Gli storici – uomini del presente – possano interrogare e spiegare il passato in modo da chiarirne differenze ed analogie, vicinanze e distanze rispetto all’oggi, giacché il passato influenza il presente più di quanto comunemente si crede: la cultura degli uomini, infatti, vale a dire la rete di senso che permette di percepire la realtà e, di conseguenza, di compiere azioni, cambia molto più lentamente dei mezzi tecnici dei quali ci si avvale per sfruttare l’ambiente e per produrre e distribuire ricchezza”4

 


1 Isabella Zanni Rosiello, Sul mestiere dell’archivista, in “Rassegna degli Archivi di Stato” XLI/1-2-3, 1981, 57-73.

2 Filippo Valenti ebbe a sottolineare nelle sue Considerazioni sul “Manuel d’archivistique” francese in rapporto all’esperienza archivistica italiana che gli archivi si presentavano sempre più come laboratori di ricerca storica e gli archivisti si venivano a trovare sempre più nella posizione di fornire informazioni agli studiosi, “se non a fungere addirittura da coordinatori ufficiosi” della ricerca. Ma c’è dell’altro, scriveva Valenti nel 1973, c’è un vastissimo campo di lavoro “nel quale i francesi mostrano di essere molto più attivi di noi. …oltre a contribuire positivamente alla ricerca storico scientifica … contribuiscono altresì alla diffusione della cultura in senso lato. E ciò attraverso due principali canali: l’uno rivolto al pubblico in generale… e l’altro rivolto specificamente alla popolazione scolastica…”, Filippo Valenti, Scritti e lezioni di archivistica, diplomatica e storia istituzionale, a cura di Daniela Grana, Roma 2000, pp. XIV, 690.

3 Scipione Guarracino, La logica della ricerca e la didattica dell’archivio, in Didattica della storia ed archivi a cura di Claudio Torrisi, Caltanissetta Salvatore Sciascia editore, 1987;

4 Marco Cattini, Il lavoro dello storico negli archivi locali, dalla “grande” Storia alla Storia locale: per il superamento di un difficile rapporto, in “Archivi locali e insegnamenti storici”, a cura di Franca Baldelli e Letizia Pinasi, Modena 2001.

 

 

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    By: Franca Baldelli

    Franca Baldelli – Archivio Storico comunale di Modena
    Franca Baldelli (Bologna 1952). Responsabile del Servizio Archivio del Comune di Modena. Laureata in Pedagogia (Università di Bologna) e in Filosofia (Università di Bologna). In possesso del diploma di Archivistica paleografia e diplomatica (Archivio di Stato di Modena). Ha collaborato con l’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. E’ socio corrispondente dell’Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Modena. Coordinatore ANAI didattica Emilia Romagna. Ha ricevuto un attestato di Benemerenza dalla Società Dante Alighieri.

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