“Le capitali europee della cultura. Una storia di successo, un futuro da costruire”: questo il tema della tavola rotonda che si è svolta il 2 aprile 2012 presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Siena.
La tavola rotonda, organizzata dal CRIE-Centro di Eccellenza Jean Monnet dell’Università degli studi di Siena, diretto da Ariane Landuyt, e dal Modulo europeo Jean Monnet “Le città e l’Unione europea”, coordinato da Laura Grazi, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle amministrazioni locali e delle istituzioni europee nonché di esperti sui temi legati alle politiche culturali delle città.
L’evento, realizzato con il sostegno del Lifelong Learning Programme della Commissione europea e con il patrocinio del Comune di Siena e del Parlamento europeo, ha rappresentato un importante momento di dibattito sulle politiche culturali nelle città, sul loro contributo allo sviluppo economico locale e sulla realizzazione della “democrazia culturale”. L’iniziativa è stata inoltre una sorta di “trampolino di lancio” per la definizione delle sfide e delle opportunità legate alla costruzione della candidatura di Siena a Capitale europea della cultura per il 2019. In base alla rotazione stabilita dall’Unione europea, infatti, nel 2019 spetterà proprio a una città italiana (insieme ad una città bulgara) la nomina annuale a Capitale europea della cultura[1].
Si tratta di un’iniziativa che, a partire dalla metà degli anni Ottanta con la nomina simbolica di Atene (1985) e di Firenze (1986), ha visto la designazione da parte dell’Unione europea di oltre quaranta “Capitali europee”, mobilitate per la promozione della cultura e dei valori europei nonché per la realizzazione di eventi culturali, festivals, fiere, mostre con una particolare attenzione alla dimensione europea. Vista la crescente rilevanza dell’iniziativa e la possibilità di beneficiare del premio “Melina Mercouri”, attribuito alla città che viene selezionata quale Capitale europea della cultura[2], tale appuntamento sta già coinvolgendo una nutrita rosa di città italiane, interessate al processo di candidatura per il 2019 e attive su temi quali l’innovazione, la creatività, la partecipazione dei cittadini.
Il processo di selezione, che inizierà nella seconda metà del 2012 con l’emanazione di un bando da parte del governo italiano, prevede la partecipazione di una giuria di esperti indipendenti, nominati sia dalle istituzioni europee che da quelle nazionali, in consultazione con la Commissione europea, e si concluderà nel 2015 con l’indicazione della città selezionata, che poi verrà ufficialmente nominata dal Consiglio dell’Unione europea, che delibererà in base a una raccomandazione della Commissione formulata tenendo conto del parere del Parlamento europeo e delle giustificazioni fondate sulle relazioni delle giurie [3]. Oltre a Siena, hanno già manifestato il loro interesse a presentare la propria candidatura: Torino e la sua provincia, Bergamo, Venezia con il Nord-Est, il tandem Perugia-Assisi, L’Aquila, Matera, Palermo.
La Tavola rotonda organizzata a Scienze politiche, dunque, ha consentito di tracciare la storia di questa iniziativa che, in circa trent’anni, ha consolidato il binomio città-Europa, rafforzando inoltre la cooperazione culturale, ma anche di delineare i cambiamenti che nel tempo hanno reso la competizione per la nomina a capitale culturale sempre più accesa. Dopo un saluto del Direttore del CRIE-Centro di Eccellenza Jean Monnet, Ariane Landuyt, i lavori della tavola rotonda sono stai coordinati da Laura Grazi, autrice del libro “L’Europa e le città. La questione urbana nel processo di integrazione europea (1957-1999)” (Bologna, Il Mulino, 2006), che ha richiamato i momenti salienti della storia delle Capitali europee della cultura. In apertura, la Direttrice dell’Ufficio d’informazione del Parlamento europeo in Italia, Clara Albani, ha fornito una panoramica delle politiche culturali promosse e sostenute dall’Unione europea. Albani ha inoltre ricordato i due principali criteri di selezione delle candidature per la “Capitale europea della cultura”: la valorizzazione della dimensione europea e il rispetto del binomio città-cittadini. Pier Luigi Sacco, docente di Economia della cultura presso la IULM-Milano nonché direttore della candidatura di Siena a Capitale europea della cultura, ha analizzato le potenzialità delle politiche culturali come piattaforma di sviluppo economico e sociale. In particolare, entrando nel vivo del dibattito sulla candidatura di Siena, ha ricordato sia gli aspetti potenzialmente “vincenti” del programma senese sia le debolezze da superare. Monica Sassatelli, docente di Sociologia della cultura presso la Goldsmiths University di Londra, ha illustrato i temi, le idee, gli approcci che hanno accompagnato nel tempo le candidature e le designazioni delle capitali europee. Particolarmente interessante e denso di spunti – nonché di vivaci note critiche – è stato infine l’intervento di Roberto Barzanti, sindaco di Siena dal 1969 al 1974 e membro del Parlamento europeo per tre legislature dal 1984 al 1999, recentemente nominato presidente della Biblioteca Intronati di Siena, che ha incoraggiato a non disperdere il valore culturale e simbolico dell’iniziativa e a non fondare la candidatura su una visione esclusivamente economicistica e tecnica.
L’iniziativa, che ha coinvolto in primis gli studenti e il personale dell’Università, è stata aperta a tutti gli interessati – vi hanno preso parte numerosi Sindaci dei Comuni della Provincia di Siena – ed ha coinvolto gli operatori culturali e tutti gli attori mobilitati per lo sviluppo del territorio.
[1] Decisione 1419/1999/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 maggio 1999 riguardante un’azione comunitaria a favore della manifestazione «La capitale europea della cultura» per gli anni dal 2005 al 2019, in “Gazzetta ufficiale delle Comunità europee” L 166 del 1.7.1999.
[2] Dal 2010 il contributo dell’Unione europea alla “Capitale europea della cultura” è stato trasformato da sovvenzione in premio. Tale riconoscimento, pari a 1,5 milioni di euro, viene attribuito per sostenere gli eventi e le iniziative culturali previsti nel programma di candidatura della città selezionata e viene versato integralmente al più tardi tre mesi prima dell’inizio dell’anno interessato. Il premio è intitolato al Ministro greco della cultura, Melina Mercouri, che nel 1985 – con l’appoggio del Ministro francese della cultura Jack Lang, contribuì al lancio dell’iniziativa.
[3] Decisione n. 1622/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 ottobre 2006 che istituisce un’azione comunitaria a favore della manifestazione «Capitale europea della cultura» per gli anni dal 2007 al 2019, in “Gazzetta ufficiale delle Comunità europee” L 304 del 3.11.2006.