Premessa
Nel febbraio del 2008, a conclusione di una manifestazione elettorale, Silvio Berlusconi annunciò l’intenzione di fondare un nuovo soggetto politico nel quale far confluire le diverse anime del centro-destra: la proposta riscosse l’adesione di AN, oltre a quella scontata di FI, e il diniego, per motivazioni diverse, di LN e UDC. Col primo congresso del Popolo della Libertà – PDL, tenutosi a Roma dal 27 al 29 marzo 2009, il progetto lanciato da Berlusconi si è concretizzato: la destra moderata italiana è entrata così in una nuova fase. Per cercare di capire meglio come si è arrivati al PDL è forse utile intrecciarne la nascita col cammino compiuto in Europa, nel Parlamento europeo – PE – e sull’integrazione europea da FI e AN: l’analisi dello sviluppo della loro collocazione europea, infatti, può rappresentare un utile termine di paragone, e un’indispensabile integrazione, alla prevalenza del ruolo svolto dalle dinamiche politiche e sociali nazionali. Nello stesso tempo, si vuole segnalare l’esigenza di rinvigorire e approfondire lo studio sulle culture politiche di destra in Italia, un filone della ricerca storica che spesso si è confinato al caso del MSI – soprattutto in relazione ai suoi legami con l’eversione nera e con l’eredità del fascismo; la presenza e il radicamento di una cultura politica di destra, non estremista o extra parlamentare, attraversa tutta la storia dell’Italia repubblicana, ri-emergendo sporadicamente in occasioni diverse, come un fenomeno carsico, spesso non collegate direttamente tra loro.
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