Una commedia cinematografica è quella cosa che affronta temi, situazioni, personaggi dalle potenzialità “serie”, impegnative, anche drammatiche, ma servendosi dello strumento di penetrazione del divertimento e di comunicazione dell’intrattenimento, del sorriso, della risata. Attraverso le varianti più o meno “leggere” o “pesanti” dell’umorismo, dell’ironia, del sarcasmo, del grottesco, della satira. – Così Paolo D’Agostini, giornalista e critico cinematografico, nell’introduzione al suo “Commedia” definisce il genere filmico che, più di ogni altro, investe la società interpretandone umori e cambiamenti.
Hollywood e Cinecittà sono i punti di riferimento di due percorsi, due modelli, quello americano e quello italiano, che hanno rappresentato, in tempi diversi (nel primo caso, negli anni trenta e inizio quaranta, nel secondo nei cinquanta-sessanta), due anime di uno stesso fenomeno. Tolta la differenza fondamentale, cioè la base di realismo della commedia italiana, discendente dalla rivoluzione neorealista, entrambe le tradizioni hanno tradotto in un linguaggio accessibile ad un pubblico di massa istanze sociali, raccontando con arguzia disagi, disuguaglianze, conflitti. D’Agostini, individuando parole chiave per comprendere le regole espressive della commedia ( commedia e comicità/ tra il giallo e il nero/satira e sguardo sociale, ecc), nonché selezionando i protagonisti (attori, registi, sceneggiatori che hanno scritto la storia della commedia stessa), offre una prima interessante visione d’insieme di uno dei generi cinematografici più amati. Il volume continua, poi, con la scelta di dieci capolavori per dieci registi (da “Accadde una notte”, 1934 di Frank Capra a “Little Miss Sunshine”, 2006 di Jonathan Dayton e Valerie Faris) e con una guida completa alle pellicole di culto del genere (da “Ninotchka”,1939 di Lubitsch a “Due partite”, 2009 di Enzo Monteleone.) Un libro d’autore che, con schede curate, immagini di film, foto di scena e locandine, riesce a dare una lettura trasversale ed esaustiva del genere e a far davvero comprendere come la commedia, utilizzando le risorse della comicità, sia in grado di riflettere la contemporaneità e rileggere il recente passato, fino a diventare, nei casi migliori, specchio del tempo o documento di un’epoca.